Democratici e Repubblicani statunitensi hanno alla fine trovato un accordo per scongiurare il “fiscal cliff”, il “baratro economico” che avrebbe fatto scattare un intervento congiunto di tasse e tagli automatici alla spesa da 12oo miliardi di dollari, e le borse festeggiano con forti rialzi. Il sì della Camera statunitense alla legge licenziata dal Senato non era scontato, dal momento che alla Camera i repubblicani sono la maggioranza, e ha tenuto il presidente Barack Obama con il fiato sospeso. Il presidente, poco dopo il voto, ha parlato di un “passo importante per rafforzare l’economia“, ricordando però che si tratta solo del “primo nella lotta al deficit”.
Entro la fine di febbraio, infatti, democratici e repubblicani dovranno trovare un nuovo accordo per un taglio della spesa pubblica. Il provvedimento approvato in nottata con 257 voti favorevoli e 167 contrari prevede l’aumento delle tasse per chi guadagna oltre 4oo mila dollari l’anno o per le coppie che ne incassano oltre 450 mila. Euforia dunque sui mercati finanziari: a Piazza Affari l’indice Ftse-Mib ha chiuso con un +3,81%, mentre lo “spread”, il differenziale di rendimento tra titoli italiani e tedeschi, è sceso fino a 283 punti, superando l’obiettivo spesso indicato da Mario Monti, ovverosia i 287 punti pari alla metà dello spread del novembre 2011.
Il premier, evidentemente soddisfatto di ciò, ha scritto su “twitter”: “Oggi lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha finalmente toccato i 287 punti“. Molto bene anche le altre piazze europee: nella prima seduta del 2013, Londra ha fatto registrare un +2,2%, Parigi un +2,55%, Francoforte un +2,19%, Madrid un +3,43%. In rialzo anche Wall Street: a metà giornata, l’indice Dow Jones è a +1,65, mentre il Nasdaq è’ oltre il 2%. Le agenzie di rating, però, smorzano l’euforia delle Borse. Per Moody’s, l’accordo è “un ulteriore passo in avanti nel chiarire la traiettoria di medio termine del deficit e del debito“, ma “servono ulteriori misure per ridurre il deficit“, e se queste non verranno adottate “il rating potrebbe risentirne negativamente”.
Della stessa opinione anche il Fondo Monetario Internazionale, per il quale l’accordo non è sufficiente a risolvere i problemi di bilancio statunitensi: “Il più resta ancora da fare per riportare le finanze pubbliche Usa su un percorso sostenibile senza per questo danneggiare una ripresa ancora fragile” ha spiegato Gerry Rice, portavoce del Fmi. Dalla Cina è arrivato invece un giudizio negativo sull’accordo raggiunto negli Usa: Gli Stati Uniti vanno “verso un abisso dal quale non usciranno mai“, ha commentato l’agenzia di stampa statale Xinhua.