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Damasco, due attentati e decine di morti e feriti

Damasco, due attentati e decine di morti e feriti

Un duplice attacco terroristico è avvenuto nella zona sud di Damasco, in Siria. Decine le vittime ed i feriti, a causa delle due potenti esplosioni che hanno fatto tremare la capitale, questa mattina. Immense colonne di fumo si innalzano sulla città e moltissimi sono i civili colpiti, comprese donne e bambini che si stavano recando a scuola e al mercato. Alcuni residenti hanno raccontato che le Autorità hanno isolato le zone colpite e che molte ambulanze si trovano nei luoghi delle esplosioni.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro della Sanità siriano, le esplosioni avrebbero causato la morte di almeno 40 persone ed il ferimento di almeno 170 individui. Ovviamente, un bilancio provvisorio destinato, molto probabilmente, tragicamente a crescere. La televisione siriana ha parlato di due “esplosioni terroristiche“, causate da due autobomba. L’esercito libero siriano – composto da soldati disertori anti-regime – ha immediatamente smentito ogni legame con gli attentati, dichiarando di essere d’accordo con il cessate il fuoco che è in vigore in Siria dal 12 aprile, su richiesta delle Nazioni Unite.

Il regime siriano è dietro questi attentati a Damasco“, ha invece affermato il leader del Fronte d’Azione Nazionale Siriano, facente parte di un gruppo di opposizione al Presidente. Il Consiglio Nazionale Siriano concorda ed incolpa Assad: “Il regime guida gli attacchi per inviare due messaggi: il primo è che gli osservatori internazionali sono in pericolo, il secondo che le sue affermazioni su gruppi armati ed Al Qaeda che operano in Siria sono fondate“, ha dichiarato Samir Nachar, membro del CNS.

Il generale Roger Mood, capo degli osservatori delle Nazioni Unite in Siria scampato ad un altro attentato proprio nella giornata di ieri, ha affermato: “Questo è un altro esempio delle sofferenze inflitte al popolo siriano. Noi siamo qui con il popolo siriano e chiediamo a ciascuno, dentro e fuori la Siria, un aiuto per fermare questa violenza“.

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