Risponde il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alle polemiche di Umberto Bossi sull’attuale crisi politica-economica che sta falcidiando il nostro paese: “ma quale secessione. Ci vuole un impegno comune per fare fronte alla situazione.” Queste le sue parole mentre incontra Maroni, Cicchitto e Gasperri per valutare l’ipotesi di un governo Alfano.
Bossi aveva lanciato l’ennesima provocazione domenica 18 settembre. Il colpo basso è arrivato probabilmente per fronteggiare la grave crisi interna al partito che ha visto un’enorme calo nel numero di partecipanti ai riti “padani” inventati dalla Lega e la contrapposizione di quanti vorrebbero Maroni come suo successore invece del trota, eletto delfino del partito proprio domenica. “La soluzione è la secessione. Come si fa a stare in un paese che sta perfino perdendo la democrazia giorno per giorno?”
Questa la frase che oltre ad alzare un polverone ha anche provocato l’indignazione di tantissimi italiani intenti a festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia. Il leader della Lega Nord non è nuovo a queste sparate, ma oggi è evidente che è un gesto disperato, utile solo a tentare di rivoltare la frittata per scampare all’annientamento politico-elettorale.
Per circa 48 ore Napolitano ha preferito non rispondere a queste assurdità e lasciare che acque si calmassero onde intervenire con maggiore pacatezza. Ha però oggi spiegato: “agitare la bandiera della secessione significa porsi fuori dalla storia, dalla realtà e dall’indispensabile impegno comune per far fronte alla situazione” ha poi aggiunto risentito dal continuo disattendere ai suoi appelli alla coesione “ho messo molto l’accento sulla necessità di un cemento nazionale unitario per generare la massima mobilitazione delle energie e delle risorse allo scopo di superare questa fase molto critica per l’Europa ed in modo particolare per l’Italia. Bisogna ritrovare le “radici dello stare insieme” e chi non ci sta si autoesclude dalla realtà dell’Italia”.
Un avvertimento scevro da minacce, ma decisamente chiaro per il Carroccio, che da troppo tempo è in aperta opposizione con le indicazioni del Quirinale. Molti speravano in un intervento più duro, ritenendo infatti che un ministro della Repubblica Italiana, che ha prestato giuramento sulla Costituzione che vuole l’Italia: “una ed indivisibile…” non dovrebbe neanche azzardarsi a pensare delle castronerie come quelle delle da Bossi.
Le consultazioni di Napolitano con i leader della maggioranza avrebbero però uno scopo diverso da quello di bacchettare il capo del partito leghista, secondo molti osservatori internazionali il capo dello stato starebbe valutando l’ipotesi di un Governo Alfano per evitare che un crollo improvviso dell’attuale governo possa gettare l’Italia nel caos che deriverebbe dalla lotta elettorale. Lotta che verrebbe gestita con poca responsabilità secondo le più importanti agenzie di rating, come dimostra il declassamento operato da Standard&Poor’s sul nostro paese a cause delle evidenti instabilità interne che impediscono al governo di affrontare la crisi in maniera efficace.