Dopo la situazione poco chiara emersa dal voto, già dalla mattina sono iniziate le discussioni per trovare accordi in vista della formazione di un nuovo governo. Il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha fatto un’apertura verso una grande coalizione: “Tutti con grande responsabilità dovremo riflettere, questa Italia non può essere governata” ha affermato. Ma il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha escluso tale ipotesi, dicendo: “Tocca a noi tirare fuori il Paese dall’impasse. Sappiamo qual’è la nostra responsabilità che significa cogliere l’esigenza del cambiamento, maggiore anche di quella espressa in campagna elettorale. Dico no ad un governissimo. Noi ci rivolgeremo al Parlamento“.
Il segretario democratico ha ammesso comunque la mancata vittoria: “E’ chiaro che chi non riesce a garantire governabilità non può dire di aver vinto. Non abbiamo vinto anche se siamo arrivati primi e questa è la nostra delusione“. Bersani ha invece aperto al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, affermando: “So che fin qui hanno detto “tutti a casa”, ora ci sono anche loro, o vanno a casa anche loro o dicono che cosa vogliono fare per questo paese loro e dei loro figli“. Il Pd sembra intenzionato a proporre un mini-programma in quattro punti che riprende alcuni dei cavalli di battaglia dei “grillini”: “Riforme istituzionali, la riforma della politica e dei suoi costi, la legge sui partiti e una nuova moralità pubblica e privata”.
Questo perchè, ha spiegato Bersani, “Il Movimento Cinque Stelle è il primo partito. Secondo i grandi modelli democratici, ciascuno si prenda le sue responsabilità“. Su una cosa, però, si è detto sicuro: “Certamente un’Italia che si staccasse dall’Europa sarebbe un disastro“, mentre il discorso è diverso “se si dice che bisogna chiedere una rivalutazione della politica economica e ci sono proposte dei progressisti”. Per il leader del Pd, insomma, “bisogna cambiare“, e per fare ciò è necessario un “governo di cambiamento“, anzi “di combattimento“. Il comico genovese, parlando con i giornalisti, ha dettato le sue condizioni: “Vedremo quando saremo dentro il Parlamento: valuteremo riforma per riforma, legge per legge. Se ci sono proposte che rientrano nel nostro programma, le valuteremo“.
Per Grillo, comunque, i democratici “messi così non riusciranno a governare“, quindi, ha aggiunto, “il nostro appoggio dipende se seguiranno il nostro programma“. Il leader del M5S non ha nascosto di ispirarsi a come si muovono i 15 “suoi” eletti in Sicilia, dove sostengono provvedimento per provvedimento la giunta di Rosario Crocetta: “Il modello Sicilia è meraviglioso” ha affermato. Grillo ha annunciato inoltre che andrà lui al Quirinale da Napolitano, per dire che “ilM5s non si allea con nessuno“, e ha aggiunto che gli piacerebbe “Dario Fo al Quirinale“. Il premio Nobel, però, in serata ha declinato l’offerta. Il Capo dello Stato ha fatto intanto sapere che non vuole commentare il risultato elettorale, ma che aspetta “le riflessioni dei partiti“, e si è detto “assolutamente sereno“.
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