Da una settimana circa, piogge torrenziali non danno respiro al continente oceanico. Si prevede il raggiungimento dei massimi storici in quanto ad abbondanza di precipitazioni e sono più alti infatti i dati numerici confrontati con quelli della storica alluvione del 1844. Non sono pochi poi i disagi subiti dalla popolazione australiana. In tredicimila sono stati costretti ad evacuare le proprie abitazioni a causa delle condizioni ambientali. I danni sono diffusi in tutto il continente, dal Queensland al Victoria, ma il New South Wales, stato situato nel sud-est dell’isola, è la zona più fortemente colpita.
Qui il terrore diffuso è causato dal livello del Murrumbidgee, la cui piena ha già raggiunto un’altezza di 10,6 metri durante la notte scorsa. Il fiume attraversa diversi centri abitati, ma uno in particolare ha subito gli effetti più gravi. Si tratta della cittadina di Wagga Wagga. Qui si teme per il cedimento delle dighe adiacenti all’abitato, e sono già state danneggiate infatti circa duecento strutture. Quasi novemila invece i cittadini costretti alla fuga dopo la dichiarazione di stato d’emergenza del premier gallese Barry O’ Farrel.
Le piogge non hanno però colto impreparata l’Australia. Le previsioni meteorologiche avevano infatti dato lo stato d’allerta e il primo ministro Julia Gillard ha prontamente dispiegato forze armate in tutto il paese; in soccorso agli evacuati e con l’intento, per quanto possibile, di limitare i danni ambientali. Non si tratta però esclusivamente di un problema territoriale, ma bensì con grandi conseguenze di tipo economico. Non è ancora possibile per le autorità oceaniche stimare con dati precisi i danni arrecati all’economia del paese ma è evidente che non si tratterà di una buona annata per quanto riguarda agricoltura ed allevamento.