Trentacinque ostaggi stranieri e i loro quindici sequestratori, tra i quali uno dei loro leader Abou Al Bara, sarebbero stati uccisi in un raid dell’aviazione algerina sull’impianto petrolifero di In Amenas, nel sud est dell‘Algeria, assaltato ieri da un gruppo di terroristi di Al Qaeda. La notizia è stata diffusa da Al Jazeera ed è poi stata confermata dalle autorità algerine. Al momento le notizie sono ancora confuse, ma stando a quanto riportato dall’emittente del Qatar, ostaggi e sequestratori sarebbero stati colpiti mentre si stavano spostando in un veicolo all’interno del sito. Un portavoce dei rapitori ha rìferito invece che gli ostaggi ancora vivi sarebbero sette, e di questi quattro sarebbero stati liberati nel corso di un blitz dell’esercito algerino.
Secondo la tv algerina, invece, 600 algerini sarebbero riusciti a scappare proprio approfittando dei bombardamenti, mentre sarebbero stati liberati altri 25 ostaggi occidentali e in mattinata 26 lavoratori algerini, tre britannici e una francese sarebbero riusciti a sfuggire ai rapitori. Al Jazeera era riuscita oggi a raggiungere per telefono tre ostaggi occidentali, che avevano rilanciato la richiesta di uno dei capi dei terroristi, Abou Al Bara:l’esercito deve abbandonare la zona. “La situazione è molto pericolosa, l’esercito algerino deve ritirarsi e avviare negoziati che potrebbero evitare perdite di vite umane” hanno detto i tre. I sequestratori hanno inoltre minacciato di uccidere un ostaggio se le forze algerine non se ne andranno.
I rapitori sarebbero ben armati e, stando a quanto riferito all’emittente France24 da un ostaggio francese, avrebbero fatto indossare ad alcuni ostaggi delle cinture esplosive, per scoraggiare eventuali azìoni di forza delle milizie algerine. I terroristi chiedono la liberazione di diversi prigionieri islamici detenuti in Algeria e in altre nazioni e pretendono come condizione per avviare delle trattative l’allontanamento delle unità di sicurezza e dell’esercito algerino che da ieri circonda il sito. L’esercito algerino avrebbe invece predisposto il raid aereo dopo il fallimento dei negoziati avviati dalle autorità algerine che proponevano la mediazione di capi tuareg.
Il premier britannico David Cameron, stando a quanto riferito da un suo portavoce, ha appreso dell’operazione delle milizie algerine questa mattina, in una telefonata con il primo ministro algerino, e ha fatto presente che avrebbe voluto essere informato prima del blitz, ma il governo algerino ha spiegato di aver dovuto agire “immediatamente”. Il portavoce ha aggiunto: “L’operazione militare è ancora in corso e la situazione è molto grave“. Il premier inglese sarebbe ora a colloquio con il presidente Usa Barack Obama e con quello francese Francois Hollande su quanto sta avvenendo in Algeria. La Casa Bianca, invece, attraverso il suo portavoce, ha condannato duramente l’attacco terroristico e ha fatto sapere che sta osservando attentamente la situazione. Stando ad alcune fonti italiane ad Algeri, l’ambasciatore Michele Giacomelli “ha convocato” il personale della sede diplomatica e delle altre rappresentanze italiane e “ha raccomandato prudenza“.