Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani, tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del diciottenne Federico Aldrovandi, avvenuta durante un controllo, a Ferrara, la notte del 25 settembre 2005, sono stati accolti con circa cinque minuti di applausi e delegati in piedi alla sessione pomeridiana del Congresso nazionale del Sap, il sindacato autonomo di polizia, in corso al Grand Hotel di Rimini. I quattro (al congresso mancava Monica Segatto) erano stati condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, di cui tre anni coperti dall’indulto, e avevano quindi trascorso alcuni mesi in carcere. Già nel marzo 2013, un altro sindacato di polizia, il Coisp, aveva organizzato una manifestazione in sostegno degli agenti proprio sotto le finestre degli uffici comunali di Ferrara, dove lavora Patrizia Moretti, la mamma di Federico.
Immediata, ieri, la reazione della donna: “E’ terrificante, mi si rivolta lo stomaco. Cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? E’ estremamente pericoloso”. Su Facebook ha poi aggiunto: “Il Sap applaude a lungo i condannati per l’omicidio di mio figlio: provo ribrezzo per tutte quelle mani. Pansa era lì?” riferendosi al capo della polizia Alessandro Pansa, che era intervenuto al congresso in mattinata, ma aveva già lasciato Rimini da qualche ora. Il congresso nazionale del Sap era infatti cominciato parlando di una specie di decalogo sulle “regole di ingaggio” per evitare abusi da parte delle forze dell’ordine, e proprio il capo della polizia aveva annunciato una rivoluzione nella gestione delle piazze più difficili.
Durissimo anche il commento postato su Facebook da Lino Aldrovandi, papà di Federico: “Si può dire il falso, si può depistare, si può uccidere senza una ragione, si può essere pregiudicati e, nonostante delinquenti, rimanere a libro paga di tanti cittadini onesti, e alla fine… essere anche applauditi per cinque minuti. Orribile, soprattutto per chi, per quella divisa, ha dato la vita”. Tanti i commenti critici verso gli applausi e di solidarietà a Patrizia Moretti apparsi sui social network. In serata, il premier Matteo Renzi le ha telefonato per esprimerle solidarietà per “l’indegna vicenda”, solidarietà a cui si sono associati i vicesegretari del Pd Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini.
Anche il capo della polizia Alessandro Pansa ha espresso “vicinanza e solidarietà“ alla madre di Federico “non riconoscendosi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell’operato delle donne e degli uomini della polizia”. Per il ministro dell’Interno Angelino Alfano, invece, “Gli applausi sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c’è più e rinnova il dolore della sua famiglia. Applausi che danneggiano la polizia e il suo prestigio”. Il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni ha definito gli applausi “agghiaccianti e inaccettabili”, e anche il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano ha parlato di “inaccettabile ovazione”.