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Albania, fucilazione per i cani randagi: appello dall’Italia

Albania, fucilazione per i cani randagi: appello dall’Italia

La Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente lancia la sua prima azione sul fronte internazionale in difesa dei cani randagi dell’Albania. Proprio in rappresentanza di questo nuovo organismo, lo scorso 9 aprile, l’onorevole Michela Vittoria Brambilla ha inviato una lettera al Primo Ministro della Repubblica di Albania, Sali Berisha, lanciandogli una sorta di appello, affinché con la sua autorità, impedisca la strage di cani che è stata annunciata a Perrenjas. Secondo la Brambilla il nostro Paese non può e non deve rimanere indifferente. “Illustre primo ministro, da notizie di stampa risulta che il sindaco di Perrenjas, città dell’Albania orientale, abbia autorizzato, a partire della mezzanotte di lunedì 9 aprile, l’uccisione dei cani randagi a colpi d’arma da fuoco. Sono certa che Lei converrà con me che questo metodo scelto per lottare contro il randagismo non possa essere proprio di un Paese come l’Albania, candidato all’ingresso nell’Unione europea, che sotto la Sua autorevole guida ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali”, queste alcune delle parole scritte dalla Brambilla a Sali Berisha.

L’allerta nasce dal fatto che a Parrenjas, città dell’Albania orientale, per combattere il diffuso fenomeno del randagismo, il sindaco ha autorizzato contro i cani l’uso delle armi da fuoco. Saranno due i cacciatori che da mezzanotte fino alle 3 del mattino del prossimo 25 aprile, potranno sparare ad una 50ina di cani randagi. Come, invece, ha comunicato Carla Rocchi di Enpa, il nostro Paese vuole offrire le conoscenze e gli aiuti necessari per risolvere il problema nella maniera più civile possibile, evitando il drastico rimedio della fucilazione. “Come organizzazione internazionale siamo a conoscenza di altri paesi che hanno affrontato la questione randagismo in maniera decisamente diversa da quanto annunciato dal sindaco albanese, a dimostrazione del fatto che é possibile risolvere il problema senza ricorrere a stragi tanto inutili quanto crudeli” ha dichiarato Massimo Comparotto di Oipa. 

 

 

 

 

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