Si fa sempre più aspra la polemica tra governo e sindacati. Oggi il leader della Fiom Maurizio Landini, dal corteo organizzato dal suo sindacato a Napoli in occasione dello sciopero di otto ore dei metalmeccanici, ha attaccato assai duramente il presidente del Consiglio, affermando: “Renzi riconosca che non ha il consenso delle persone oneste, dei lavoratori e di chi cerca lavoro“, e, ha aggiunto, “da solo non cambia il Paese. Da solo risponde solo ai poteri forti”. La battuta sulla “disonestà” di chi sostiene il premier ha suscitato diverse critiche, a cominciare da quella del presidente del Pd Matteo Orfini, cha scritto su Twitter: “Dire che governo non ha il consenso delle persone oneste offende milioni di persone che nel Pd credono. Spiace che a farlo sia un sindacalista”.
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che stava partecipando ad una conferenza con Renzi invece replicato: “Io personalmente mi ritengo una persona molto onesta, non onesta di più“. Maurizio Sacconi, del Nuovo Centrodestra, ha affermato invece: “Le parole sono pietre“. Landini ha poi precisato: “Mai pensato che Renzi non ha il consenso degli onesti, ho detto-e ribadisco-che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del paese che paga le tasse“. Un video ripreso da Sky confermerebbe però le parole del leader della Fiom, che si è poi nuovamente corretto affermando: “Se non sono stato chiaro me ne scuso e ritiro. Volevo dire che la maggioranza delle persone che lavorano, i giovani, i precari, non sono d’accordo con le politiche che il governo sta facendo“.
Landini ha poi ripreso il paragone con i governi precedenti, affermando: “Le scelte del governo Monti e della Fornero le hanno votate tutti, non una persona sola. Questo intervento che viene fatto oggi è molto peggio di quanto ha fatto Monti. C’è un’idea di liberalizzazione totale dei licenziamenti“. Renzi, firmando un accordo sulla siderurgia, ha replicato indirettamente al leader della Fiom affermando: “Si salva il lavoro tenendo aperte le fabbriche e le aziende, non alimentando polemiche o giocando a chi urla più forte“. Intervenendo al Business Europe, il premier ha inoltre rivendicato l’azione del governo sul mercato del lavoro, dicendo: “L’idea è quella di provocarvi: liberiamo il sistema tradizionale italiano, l’art.18 simbolo di una tradizione italiana non è più un ostacolo e possiamo ridurre le imposte”.
Sul Jobs Act, Renzi ha poi spiegato: “L’ultimo voto in Parlamento sarà il 9 dicembre, e a gennaio adotteremo i decreti attuativi“. Questa mattina la Camera ha infatti respinto le pregiudiziali alla delega e il testo dovrebbe essere approvato il 26 novembre, forse con la fiducia, e poi ci sarà la terza lettura in Senato. Il presidente del Consiglio ha parlato anche della legge elettorale, spiegando: “In Europa se c’è un accordo tra i partiti è tutto chiaro, in Italia non è così e quindi preferirei evitare le coalizioni”.
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