La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso: la legge elettorale sarà in Aula alla Camera il 27 gennaio, mentre fino al 17 gennaio ci sarà un’indagine conoscitiva sulla questione in commissione, dove la discussione inizierà il 20 e terminerà in tempo per far giungere il testo in aula il 27. Esulta il Pd, con il segretario Matteo Renzi che ha scritto su Twitter: “Legge elettorale, tagli a province e costi politica, job acts, diritti. Sembrava impossibile, eppur si muove. E’ proprio la volta buona”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, che già nei giorni scorsi aveva scritto una lettera alla presidente Laura Boldrini per chiedere la calendarizzazione in aula della riforma l’ultima settimana di gennaio, e ieri ha commentato: “Siamo soddisfatti, manteniamo l’impegno di portar in discussione la legge elettorale nell’aula della Camera già a gennaio“.
Dal Nuovo Centrodestra, però, il capogruppo alla Camera Enrico Costa ha avvertito: “C’è il rischio di una contraddizione con i tempi della commissione. L’auspicio è che non sia una data spot”. Nella settimana tra il 27 e il 31 gennaio, a Montecitorio, si dovranno infatti votare i decreti in scadenza: “Destinazione Italia” e decreto carceri. ll Pd, del resto, aveva cercato di forzare anche gli altri alleati della maggioranza a discutere della legge elettorale entro la fine di gennaio, e tre deputati democratici, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno, hanno accusato il Nuovo Centrodestra di voler perdere tempo, per scongiurare il rischio di un voto anticipato in primavera: “Se il partito di Alfano ha intenzione di fare melina, sappia che il Pd non ci sta e andrà avanti”.
E un altro deputato, Roberto Giachetti, ha rincarato: “Ncd prova ancora a perdere tempo“. Lo stesso Alfano, in serata, ha provato a smorzare le polemiche, dichiarando: “Apriamo a Renzi. Ci va bene chiudere il percorso alla Camera la prima settimana di febbraio. Ci fidiamo che Renzi non userà l’approvazione rapida della legge per tornare alle elezioni“. Sulla legge elettorale, il Pd sta trattando anche con l’opposizione, ma dal Movimento 5 Stelle, per ora, hanno confermato la chiusura a tutte e tre le proposte avanzate da Renzi, anche se alcuni parlamentari sarebbero disponibili ad un dialogo. Ci sarebbero stati contatti anche con Forza Italia, per sondare il terreno prima di un possibile incontro tra il segretario democratico e Berlusconi.
Maria Elena Boschi, che si occupa della questione per conto di Renzi, ha fatto sapere che quest’ultimo incontrerà ufficialmente i vari leader di partito solo quando questi avranno scelto uno dei tre modelli proposti, cosa che, ha spiegato Boschi, Forza Italia “non l’ha ancora fatto“. I berlusconiani sarebbero infatti indecisi tra modello spagnolo e Mattarellum, a condizione che vengano eliminate le preferenze, Ncd vuole il sistema dei sindaci a doppio turno eventuale di coalizione, i popolari di Per l’Italia sono per un doppio turno obbligatorio con riparto proporzionale e Sc per un Mattarellum corretto.