Non si arrestano le polemiche in Nuova Zelanda per la prossima scarcerazione di uno stupratore seriale che sarà rimesso in libertà dopo aver scontato quasi tutta la sua pena. Parliamo della “bestia di Blenheim“, Stewart Murray Wilson, 65 anni. Le sue vittime protestano, così come lo stesso Wilson per le durissime condizioni della libertà che avrà, riconducibili agli arresti domiciliari, così come a lamentarsi sono anche gli abitanti della città dove andrà a vivere. L’uomo è stato condannato a 21 anni di reclusione per 22 stupri ai danni di donne e bambini, perpetrati tra il 1971 e il 1994. Ora si appresta a tornare in società dopo aver scontato 18 anni di carcere.
Secondo quanto riferito dalla stampa neozelandese, Wilson tornerà “libero” il prossimo 1° settembre, ma la legge gli ha comunque imposto delle restrizioni severissime considerandolo comunque un soggetto ad alto pericolo. Tra le restrizioni alle quali Wilson dovrà sottostare vi sono: obbligo di risiedere in una casa nel terreno intorno alla prigione di Whanganaui, divieto di uscire, divieto di ricevere visite e di avere un cellulare, braccialetto gps.
Lo stupratore ha fatto già sapere che ricorrerà in appello contro le restrizioni, giudicate troppo severe, in quanto l’intenzione di Wilson sarebbe quella di comprare un camper e girare il Paese. Il presidente della fondazione Sensible Sentencing Trust, Garth McVicar, invece, parlando per le vittime, ritiene che neppure gli arresti domiciliari siano sufficienti per rassicurare le donne già vittime di Wilson, terrorizzate che l’uomo possa trovarle e che qualsiasi posto sia sempre troppo vicino all’uomo che ha rovinato le loro vite.
Allo stesso modo gli abitanti della città di Whanganaui rifiutano di avere la “bestia di Blenheim” come concittadino. Il consigliere comunale Michael Laws ha chiesto e ottenuto dal sindaco un’assemblea pubblica affinché si possa discutere della faccenda, con le seguenti parole: “Non saremo la discarica dei vostri rifiuti e delle vostre belve”.