Per combattere noia e monotonia occorre movimento e flessibilità. Peccato non si stia parlando di attività psicomotoria nè di sport – più semplicemente – ma del futuro lavorativo dei giovani (e dei meno giovani). Dimentichiamoci la stabilità. Impariamo ad apprezzare gli stimoli, la novità e i cambiamenti. Non sarà più divertente? Iniziamo dunque a pensare che la vita, e il lavoro, è in un panta rei continuo. Nessuna certezza ci è dovuta. Tutt’altro. Noi abbiamo bisogno dell’ignoto. Eh sì. Il futuro così è meno noioso. In questo modo, magari, non avremmo più la fretta di pensare a come potere costruire una famiglia, a generare una prole (facendo sì, peraltro, che l’Italia inizi a essere anche un Paese di giovani), a sentirci al ‘nostro posto’, sempre. In fondo, in questi termini, la vita è troppo monotona, no? E poi ce lo garantisce Mario Monti. Per carità: persona preparatissima e di grande spessore, ma non crediamo che proprio lui abbia provato, sulla sua pelle, l’ebbrezza dei cambiamenti e cioè, nella fattispecie, dei nuovi continui stimoli lavorativi.
Il Professore fa bene a invitarci a compiere nuove scelte e a metterci in gioco. Siamo d’accordo sul punto. Ma un conto è la scelta. Libera. Un conto è non avere altra scelta e cioè la scelta imposta e quindi la ‘coercizione’. Attenzione quindi al messaggio. L’ambizione va premiata. Ma in gioco è il nostro futuro. Chi non ha un lavoro e si trova costretto a tentare di cambiarlo (a tentare, lo ripeto, perchè il lavoro oggi, in Italia, purtoppo, come è noto, non c’è e, se c’è, non è abbastanza per tutti) non si trova garantito il diritto al futuro. Allora il nuovo ‘farmaco’ di Monti contro la noia e la monotonia non è proposto a un prezzo troppo alto?