Tel Aviv. 14 aprile 2012. La città, già cosmopolita, è piena di turisti provenienti da tutto il mondo, giunti in Israele in occasione di Pesach – la festività ebraica che celebra la risalente uscita degli ebrei dall’Egitto. Ma sono soprattutto i francesi, i newyorkesi e gli italiani a popolare strade, piazze, e alberghi, insieme agli israeliani residenti.
Spiagge affollatissime: oggi non solo è l’ultimo giorno di festa ma è anche Shabbat – il giorno del riposo – e non si lavora (tendenzialmente), il che è evidente: la gente è allegra, sorridente, abbronzata, pronta al divertimento – diurno e notturno. I camerieri di bar e ristoranti – numerosissimi nel Paese – non si fermano mai, sembrano trottole.
L’atmosfera è piacevole, distesa e rilassata. Peccato che domani per qualcuno i giochi saranno conclusi: il lavoro chiama. Tel Aviv, in ogni caso, continuerà a splendere. Questa città sembra costruita ad hoc per i giovani. Qui si morde la vita, non c’è dubbio. Un Paese che ha dovuto lottare per la propria sopravvivenza, ove i diciottenni sono chiamati al militare per tre anni – due se si tratta di donne – e al termine dei quali, spesso dopo un viaggio di mesi e mesi, magari nel sud America, vige il principio del carpe diem. Si coglie l’attimo, non si rimanda a domani. Salve rare eccezioni. Gli israeliani sono così – almeno ai miei occhi: amano la Vita, in ogni sua espressione; forse un po’ grezzi ancora, alcuni aggressivi, altri non particolarmente educati, ma hanno il fuoco nell’anima; manifestano ogni loro emozione senza remore, amano dire quel che pensano in modo schietto, diretto e sincero, e non vogliono perdere tempo. lechaim, non a caso, è il loro brindisi: ‘alla vita’! Fantastico, carico si significato, e senz’altro meglio di cin cin.
Mentre il giorno vede le spiagge gremite – tra le più carine il Top sea (davanti all’Hilton), il Gordon, il Banana beach – e le vie dello shopping piene di gente (shenkin, bograciov, dizingoff) di notte discoteche, bar, pub, club – (quasi) tutti rigorosamente super cool – sono pronte ad offrire ai loro ospiti il massimo divertimento, e la musica migliore. Questa primavera sembra di moda, tra gli altri, il mud, il social club, e il radio. E se poi c’è da aspettare troppo in fila nevermind, chissenefrega: si cambia locale. Tanto non mancano, anzi.
Una vacanza a Tel Aviv, soprattutto per i più giovani, è l’ideale per rilassarsi e far festa, a seconda dell’occorrenza. Unico difetto: troppa cipolla! Se passate di qui, per qualsiasi piatto, chiedete al cameriere: ‘bli bazal’, a meno che non intendiate portarvi rifornimento di dentifricio e gomme da masticare nelle borse.