Mariano Rajoy ha conquistato la maggioranza assoluta nel congresso dei deputati di Madrid. Il ministero degli interni spagnolo ha riportato dati secondo i quali il “Partido Popular” avrebbe raggiunto la notevole maggioranza di 186 seggi su 350. Il partito di estrema destra Psoe di Alfredo Rublanca ottiene il 28,7% dei voti e 110 seggi in parlamento, il peggiore risultato di sempre fin dai tempi della fine della dittatura di Franco.
I cambiamenti nell’assembla parlamentare spagnola sono importanti ed evidenti. Per prima cosa è più frammentato che in passato, la crisi economica ha diviso gli animi e disperso il flusso elettorale spaccando in circa sette gruppo il parlamento iberico, ma anche con un gruppo misto composto da sei formazioni minori. L’estrema sinistra guidata da Izquierda Unita approfitta del crollo dei socialisti di Zapatero, passando da 2 ad 11 deputati; mentre emerge anche il successo di Amaiur, una coalizione di tre partiti indipendentisti baschi che hanno debuttato in parlamento con ben 7 seggi.
Insomma, la Spagna volta ancora bruscamente pagina nella sua storia politica e se con la minaccia del terrorismo islamico (con gli attentati ferroviari che provocarono il ritiro dall’Iraq della Spagna) si è rivolta al socialismo, con l’incalzare della crisi economica mondiale si rivolge alla destra conservatrice. Il nuovo governo porrà alla guida della Spagna Mariano Rajoy, che con la sua stragrande maggioranza parlamentare, il controllo di tutte le regioni e di tutte le città maggiori del paese (ad eccezione di Barcellona), avrà praticamente carta bianca e non avrà bisogno di alleanze o compromessi per attuare il programma elettorale. Insomma una libertà d’azione enorme, ma anche tutto il peso o la gloria derivante dalle conseguenze del proprio operato.
Per la formazione effettiva del governo saranno però necessarie almeno altre quattro settimane e Zapatero si occuperà quindi fino a Natale dell’ordinaria amministrazione del paese. Con in nuovo anno dunque la Spagna volterà pagina e si scoprirà se sarà in grado di rispondere alla crisi o soccomberà invece come sembra stia succedendo uno per uno ai paesi importanti dell’area Euro.