Il Governo che salirà al potere dopo le elezioni del prossimo 4 marzo, nolente o volente, dovrà occuparsi della questione relative ai clandestini. Le espulsioni degli immigrati non in regola, infatti, dovranno essere per forza di cose in cima ai provvedimenti che la prossima legislatura dovrà necessariamente attuare.
Il Centrodestra ha una posizione ben definita, sostenuta anche da Fabrizio Bertot, nei confronti di tale problematica, mettendo in evidenza come il piano di accoglienza senza alcuna limitazione indetto da Renzi non ha portato che a numerosi danni, le cui conseguenze si possono apprezzare meglio ora, quando è necessario ormai varare davvero un piano di emergenza.
Un fenomeno che effettivamente sta mettendo a dura prova tutta la penisola italiana. Quello che manca sono dei vincoli, delle regole chiare e sicure che prevedano rimpatri ed espulsioni dei clandestini. Questo programma avrebbe un costo complessivo nell’ordine dei 2 milioni di euro, considerando un costo unitario per il rimpatrio dei clandestini pari a circa 3-4 mila euro.
E proprio quei 2 milioni di euro sono un costo irrisorio di fronte ai fondi che sono stati stanziati negli ultimi tre anni per l’accoglienza, pari a ben 10 miliardi di euro. Il Centrodestra, invece, ha tutt’altre intenzioni. L’obiettivo è quello di realizzare un programma di rimpatri che ha come obiettivo finale quello di far ritornare nel loro Stato natale ben 600 mila stranieri. E si tratta di una scelta senza dubbio efficace anche molto più economica per quantomeno agire una volta per tutte sul problema dei clandestini.
Il programma attuale per l’accoglienza è veramente molto dispendioso dal punto di vista economico: un netto risparmio consentirebbe anche di rendere più rapido l’iter burocratico legato al processo di rimpatri. La situazione è chiaramente ai limiti della drammaticità: la soluzione che viene proposta del Centrodestra, secondo tale visione, è realista e in ogni caso supportabile economicamente.