Continua il dibattito politico riguardo la stesura della nuova legge elettorale, non solo fra partiti, ma anche e forse soprattutto all’interno dei partiti.
Durante la Summer school, il tradizionale appuntamento del Popolo della Libertà che ha luogo in concomitanza con la ripresa dei lavori del Parlamento, Ignazio La Russa ha negato che vi siano dissapori fra i dirigenti del partito a causa della legge elettorale da proporre:
“Smentisco nella maniera più categorica. Non c’e’ nessuna divergenza nel PdL. Qualche opinione diversa c’è, ma la classe dirigente vuole insistere su alcuni punti molto chiari: premio al partito e preferenze. Su questo siamo assolutamente concordi”.
L’ex ministro della Difesa ha inoltre sottolineato:
“Non c’è nessuna differenza tra gli ex AN e gli altri. Questa divisione appartiene ad un mondo giornalistico che fatica a capire la realtà”.
In serata è giunta anche la dichiarazione di Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord, che si è detto pessimista a proposito della possibilità di trovare una soluzione per la legge elettorale:
“Non c’è nessuna intesa. Noi la nostra proposta l’abbiamo fatta: premio di governabilità e preferenze. Mi sembra che Pdl, Pd e Udc siano nella palude. La situazione è bloccata. Nessuno vuole modificare l’attuale.”
E riguardo l’eventualità di andare al voto con il Porcellum, ha risposto:
“Spero di no, vogliamo le preferenze. Le elezioni a novembre non possono più esserci. Mancano i tempi tecnici”.
Categorico sul tema anche Bersani:
“Se mai qualcuno avesse in testa di andare ad un sistema seccamente proporzionale, perché di questo si tratta, portando matematicamente il Paese in una situazione di ingovernabilità, dovrà vedersela con noi”.
Il segretario del Pd, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata alla festa del partito a Padova, ha affermato inoltre:
“Sì, mi vedo premier ad una condizione: quella di non essere da solo, ed essere in compagnia vuol dire avere un rapporto con la gente, la mia gente”.
Per Bersani infatti occorre oggi ristabilire un contatto con i cittadini, e si propone di farlo mediante un “vocabolario nuovo”, che si occupi delle tematiche care alle persone comuni, guardando alla loro quotidianità :
“La sfiducia viene dal fatto che la gente vede affermazioni che gli passano sopra la testa e non c’entrano con la vita comune. Credo che se si troverà un vocabolario che parla della vita comune sarebbe un passo avanti. La chiave è: si può cambiare qualcosa, credo che dobbiamo essere mossi dalla responsabilità”.