Nonostante, negli ultimi anni, la scuola abbia perso molto del suo millenario prestigio, quella di insegnante resta una professione ancora ambita, specialmente al sud. Lo sa bene Calogero Puccio, la cui storia viene raccontata dal sito di Repubblica. Calogero ha 36 anni, è agrigentino e si laureato in lettere nell’Università di Palermo. Ha insegnato in diverse scuole, anche a Bergamo e a Lampedusa. Poi, però, sono arrivati i pesanti tagli decisi dal governo Berlusconi. E lui è rimasto senza lavoro.
Anzi no. Perché il professor Puccio, invece di starsene a casa ad aspettare una poco probabile chiamata, ha deciso di cambiare decisamente settore. Di adeguarsi. D’altronde, è sposato ed è padre. Dunque non c’era altra scelta. Ha lavorato nel turismo, ma anche come muratore. Attualmente fa il contadino: è impegnato nella raccolta delle olive, di cui la Sicilia è ricchissima. “Il mio sogno era quello di insegnare, ma ho pochissime speranze di poterlo fare ancora. Dal 2009 non vengo più chiamato. Ho avuto un momento di smarrimento, mi sono sentito impotente. Ma la nascita di mio figlio è stata uno stimolo a reinventarsi, ad andare avanti. I tagli alla cultura? Sono tagli al futuro”.
