La cocaina invecchia rapidamente il cervello dei suoi consumatori. La conferma arriva da uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Cambridge, che hanno analizzato e studiato il comportamento cerebrale di diversi ragazzi, tra cui alcuni consumatori di cocaina. Lo studio è stato pubblicato su Molecular Psychiatry e si è svolto su 120 pazienti, tutti simili per età e QI verbale. Di questi 120, la metà era costituita da consumatori di cocaina abituali, quindi ragazzi ormai dipendenti dalla sostanza bianca.
I ricercatori hanno scannerizzato il cervello di tutti i ragazzi volontari e quello che hanno scoperto è la conferma di una teoria portata avanti da anni: il tasso di perdita della materia grigia, correlato all’età, era molto maggiore sui cocainomani rispetto agli altri. I consumatori abituali di cocaina hanno perso almeno il 3,08 ml di volume cerebrale ogni anno, il doppio degli altri, che hanno perso solo 1,69 ml all’anno.
Quali sono le aree più coinvolte dalla perdita? La corteccia prefrontale e temporale, che vengono usate per le funzioni che regolano l’attenzione e la memoria, sono quelle maggiormente colpite. Karen Ersche, del Behavioural and Clinical Neuroscience Institute (BCNI) dell’Università di Cambridge, commenta: “Con l’età tutti noi perdiamo materia grigia. Tuttavia abbiamo visto che chi assume cocaina in modo cronico la perde a un tasso significativamente più rapido. Cosa che potrebbe essere un segno di invecchiamento precoce”.
Con una risonanza magnetica per immagini anche Nikos Makris ha esaminato il cervello di 27 cocainomani, al General Hospital di Boston. L’area del cervello era molto meno estesa sui dipendenti di cocaina rispetto alle persone normali, indipendentemente dalla quantità consumata. Un altro punto a favore della teoria per la quale l’uso di cocaina, indipendentemente dalle sue quantità, incide notevolmente sullo sviluppo cerebrale, facendo perdere molto velocemente la materia grigia e intaccando le aree del cervello che si occupano di memoria e attenzione, caratteristiche fondamentali nell’uomo.