La notizia choc arriva dall’Australia: la Grande Barriera Corallina è praticamente morta. Il quasi totale sbiancamento della Barriera, pari al 90% dei coralli e alla morte di oltre il 20% di loro, si era verificato lo scorso anno questo l’annuncio choc arrivato da uno studio appena pubblicato su Nature.
Il violento sbiancamento si verificato lo scorso anno a causa dell’aumento di 4 gradi della temperatura del mare e sembra che neppure migliorare le condizioni di pesca o proteggere l’oceano non riesca in alcun modo contrastare il riscaldamento globale che resta la minaccia principale per la salute della Barriera. A rilanciare l’allarme che sulla necessità di limitare il cambiamento climatico come concordato dai leader mondiali a Parigi è David Wachenfeld del Parco marino della Grande Barriera Corallina, nonché co-autore della ricerca.
Quel che è certo è che, stando così le cose, la Grande Barriera Corallina potrebbe rovinosamente perdere lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco che detiene dal 1981 visto che le Nazioni Unite potranno decidere se classificarla “in pericolo”, ma la decisione arriverà entro luglio.
Quella che è, o che era, una delle più grandi attrazioni dell’Australi, che fruttava un reddito pari a 5 miliardi di dollari australiani, sta morendo e le alte temperature degli oceani la sta praticamente cuocendo viva uccidendo organismi viventi o alghe all’interno del corallo e provocandone lo sbiancamento. Una realtà tristissima che arriva come conseguenza diretta del terzo maggior episodio che ha colpito la Grande Barriera dopo le recenti ondate di calore del 1998 e del 2002. Si sta facendo di tutto per cercare di arginare il pericolo, ma l’ennesimo allarme lanciato da Greenpeace Australia sull’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici non rassicura gli animi.