‘Atto barbaro’ l’attentato che ieri ha colpito un autobus di turisti israeliani in Bulgaria, presso l’aeroporto di Burgas: Barack Obama ha definito così l’ennesimo atto terroristico islamico, sancendo di nuovo l’impegno degli Stati Uniti verso la sicurezza di Israele, cui sono legati da una nota e risalente amicizia.
8 morti, 31 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni: le unità di emergenza della Magen David Adom (l’equivalente della Croce rossa italiana), appresa la tragica notizia, sono partite immediatamente da Israele per occuparsi dei feriti, soccorsi in ospedale.
Il Jerusalem Post riferisce che il sospettato attentatore avrebbe avuto con sé un passaporto americano falso; le telecamere di sicurezza aeroportuali avrebbero visto l’uomo in giro un’ora prima dell’esplosione. Ma è ancora incerta la dinamica dei fatti: in un primo momento si è ritenuto che l’attentato sarebbe stato causato da una bomba posta nel vano bagagli dell’autobus. Viceversa, un’indagine svolta dalle autorità bulgare in collaborazione con l’FBI, la CIA e le autorità israeliane, crede ora si sia trattato di un attentatore suicida, descritto come un tizio dai capelli lunghi e l’ abbigliamento sportivo.
Sul luogo dell’orrore, sono arrivati il presidente bulgaro, il primo ministro, il ministro dell’interno, nonché il ministro degli esteri Nickolay Evtimov Mladenov, che ha tenuto aggiornato telefonicamente il suo collega israeliano Avigdor Lieberman. Alla voce di Obama si sono aggiunte le condanne da parte delle autorità dei Paesi dell’Onu. Benjamin Netanyahu ha additato l’Iran come responsabile, dichiarando una pronta risposta.
Ancora una volta domina terrore e sgomento. Le autorità aeroportuali bulgare hanno deviato tutti i voli sullo scalo di Varna, sempre sul Mar Nero; le misure di sicurezza sono state rafforzate anche all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove hanno annunciato ritardi dei voli in partenza e in arrivo dall’Europa. Peraltro, sono state sospese le partenze per Azerbaijian, Grecia, Serbia, Turchia, Croazia, Thailandia e Sud Africa.
Alle ragioni di una spietata violenza non c’è risposta. L’odio genera fomento, il fomento follia, la follia morte. È aberrante.
Ma come si combatte contro chi non ha paura di morire?