La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha messo in calendario per mercoledì 28 al Senato il testo di riforma della legge elettorale. Il presidente Schifani ha spiegato: “Così il Senato fa ciò che ha promesso ai cittadini e nei colloqui con le alte cariche dello Stato“. Schifani si è detto inoltre fiducioso sul fatto che la legge possa venire approvata a Palazzo Madama entro la prossima settimana: “La prossima settimana anche lavorando venerdì o sabato il testo sarà definitivamente votato da questo ramo del Parlamento, mi auguro con grandi numeri di condivisione“.
Tre giorni fa, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva convocato Schifani e il presidente della Camera Fini per spronarli a varare la riforma prima delle prossime elezioni. Anche oggi, Napolitano si è soffermato sulla necessità della riforma, affermando che la campagna elettorale non deve stremare il Paese, e l’obiettivo deve essere “il bene dell’Italia”. Malgrado le dichiarazioni di Schifani e Napolitano, però, ogni partito sembra mantenersi saldo sulle sue posizioni. Il Pdl quindi continua a sostenere la proposta Malan, che prevede una soglia del 42,5% alla coalizione per il premio di maggioranza del 10% senza nessun altro “premietto”, mentre il Pd preferisce la proposta D’ Alimonte, che introdurrebbe una soglia al 40% per un premio di governabilità al 54% e un premietto del 10%.
Il leghista Calderoli, relatore della legge elettorale attualmente in vigore, cerca di riformulare il suo emendamento definito “ascensore”, che istituirebbe premi di aggregazione variabili a seconda dei seggi raggiunti qualora nessun partito o coalizione dovesse raggiungere il 40%. Dal Pdl, Quagliarello assicura: “Abbiamo sempre aperta la possibilità di mediazione, vorremmo evitare che si arrivi in Aula con un testo che non raccolga una maggioranza che non sia ampia”. Quagliarello vorrebbe però che nella mediazione non si proceda con contrattazioni per punti: “Non accettiamo concessioni parziali: o c’è un accordo, e quindi anche la disponibilità a votare tutto il testo della legge, oppure noi andiamo avanti con il testo Malan perchè così si scoprirà chi la legge la vuole e chi no” ha affermato.
Il relatore Enzo Bianco del Pd assicura che il suo partito è “assolutamente d’accordo” e garantisce che “se si trova l’intesa ci sarà il nostro voto favorevole anche sulle parti su cui abbiamo sempre espresso le nostre riserve, come le preferenze”. I democratici, pur partendo dalla proposta D’Alimonte, alla fine sono disponibili a ragionare sui premi di governabilità progressivi di Calderoli, a condizione che vengano garantiti un numero di seggi superiori da quelli previsti nella proposta formulata dall’ex ministro leghista.