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Legge elettorale, Monti: “Intervento tecnico? Meglio se dei partiti”

Legge elettorale, Monti: “Intervento tecnico? Meglio se dei partiti”

La commissione Affari Costituzionali ha approvato un emendamento alla legge elettorale che stabilisce una soglia del 42,5% per conquistare il premio di maggioranza del 12,5% prevista dal testo base del senatore pidiellino Malan adottato ad ottobre. La discussione ora continuerà riguardo i casi in cui  la soglia limitenon venga raggiunta.

 

Questa mattina il premier Mario Monti in conferenza stampa dalla capitale del Laos aveva auspicato che le forze politiche giungessero presto alla soluzione del nodo relativo alla legge elettorale, dicendosi rammaricato che i partiti non fossero ancora riusciti a tradurre in legge i ripetuti “stimoli” del Presidente della Repubblica.

 

“Credo che tecnicamente sia immaginabile – ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse possibile un intervento da parte del Governo – ma politicamente sarebbe di molto preferibile che quest’opera fosse compiuta dalle forze politiche. Gli stimoli del presidente della Repubblica sono stati coerenti, costanti e incisivi. Non c’è che da rammaricarsi del fatto che per ora le forze politiche non siano riuscite a tradurre questo in una nuova legge elettorale”.

La discussione intorno alla stesura della nuova legge elettorale che dovrebbe sostituire il cosiddetto “Porcellum”, è tuttora accesissima.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani al termine del vertice con i capigruppo di Camera e Senato ha espresso la posizione del partito riguardo l’urgenza di proseguire sulla strada del confronto.

“Sulla legge elettorale non si fanno colpi di mano da parte di maggioranze spurie. Il Pd è pronto a discutere in commissione ma no a votazioni random né a forzature”, ha dichiarato infatti. “Bisogna andare avanti con la discussione e per noi due cose devono essere ferme: attenzione alla governabilità perché l’Italia è davanti a tantissimi problemi e la colpa più imperdonabile è una legge che in premessa inabissa la governabilità”.

Poi la questione dei colpi di mano, essendo il Pd fortemente contrario a eventuali forzature: il partito, spiega il segretario, è “pronto a discutere per una soluzione ben fatta e senza forzature e qualche idea ce l’ha”.

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