“Questi improvvisati della Fiat ci vogliono raccontare perché non fanno automobili in Italia. La banalità è tale che l’indisponenza viene perché ci si vuole prendere in giro con argomenti non convincenti”.
Non sono parole di un sindacalista, ma del patron della Tod’s Diego Della Valle, espresse durante un convegno dell’università Bocconi a Milano cui partecipa anche il ministro Corrado Passera.
E’ molto critico Della Valle, per il quale la Fiat è stata colta “con le mani nella marmellata perché se ne voleva andare, con gli uffici stampa che lavorano più degli uffici progettazione”.
Il problema dunque risiede nei vertici stessi dell’azienda, gli azionisti e Marchionne, infatti l’imprenditore marchigiano afferma:
“Non stiamo a sentire questi improvvisati della Fiat che dicono che non vale la pena di investire in prodotti nuovi. Noi viviamo solo di prodotti nuovi”.
E ancora:
“Se qualcuno viene dall’estero, tipo la Volkswagen, farà belle macchine. La crisi esiste per chi non ha nulla da vendere”.
Ma Della Valle non è l’unico scettico: il responsabile auto della Fiom-Cgil, Giorgio Airaudo, intervistato a “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai, ha spiegato che la strategia di garantire la presenza di Fiat in Italia per produrre però auto per i mercati esteri “non è assolutamente credibile”, mentre occorrerebbe invece che la Fiat investisse nel Paese.
Intanto è slittata al 2014 la presentazione dell’Alfa Romeo negli Stati Uniti, che era stata prevista per la seconda metà del 2012 ed è stata rimandata a causa delle difficoltà in cui versa il settore automobilistico.
Il Wall Street Journal, riflettendo sulle intenzioni della Fiat di lanciare l’Alfa Romeo nel mercato delle auto di lusso americano montando motori basati sulla tecnologia utilizzata da Maserati e Ferrari, ha pubblicato commenti poco entusiastici, ritenendo l’operazione ambiziosa ma difficile: le case produttrici statunitensi e quelle cinesi sono ipercompetitive, inoltre il mercato usa è dominato da marchi quali Volkswagen, General Motors e Toyota, senza contare i marchi di lusso Bmw, Mercedes e Lexus.
Secondo i WSJ circa la metà delle vendite Fiat proviene infatti dall’Europa e un altro 35% dal Brasile, mentre negli altri Stati il Lingotto “é un player minore”: nella sola prima metà del 2012, fra Usa e Cina sono state venduti 14 milioni di automobili, di cui soltanto 43.800 a marchio Fiat.
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