Nonostante il clima sia peggiorato e faccia freddo, due operai dell’Alcoa, i segretari della Fiom-Cgil, Franco Bardi, e della Fim-Cisl del Sulcis, Rino Barca, sono risaliti sul Silos ieri sera ed hanno trascorso la notte sulla torre dello stabilimento di Portovesme.
L’agenzia giornalistica Agi ha raggiunto telefonicamente Barca, che ha raccontato di aver passato la notte seduti l’uno affianco all’altro per scaldarsi, sulla penultima rampa della torre. Nonostante il collega Bardi della Fiom-Cgil soffra di vertigini, è resistito perchè la rabbia gli ha fatto superare la paura e, nonostante le difficoltà, non intende mollare.
I due sindacalisti che sono ritornati sulla torre dopo i quattro giorni di protesta della settimana scorsa sono sostenuti da un presidio di lavoratori. Questa volta la protesta non era organizzata, ma la reazione è esplosa immediata perchè i lavoratori dell’Alcoa si sono sentiti presi in giro.
Barca ha raccontato:
Abbiamo avvertito il prefettoperché sappiamo che quello che abbiamo fatto non è legale ma lo abbiamo fatto mostrando il viso, senza passamontagna, perché non era giusto scaricare sui lavoratori questa responsabilità. Abbiamo deciso di metterci la faccia, di metterci in gioco noi perché qualcuno si deve muovere, perché non si possono mandare a casa mille persone in questo modo.
La decisione di risalire sul silos a 70 metri di altezza, infatti, è scaturita dopo la notizia che – a sorpresa – i vertici aziendali vogliano accelerare il procedimento di chiusura dell’impianto.
La tensione a Portovesme è alta e il Governo ha “richiamato con fermezza Alcoa al rispetto puntuale degli impegni assunti formalmente, anche perchè – assicurano – lo spegnimento dello ‘smelter’ avverrà con la gradualità stabilita.
Il segretario della Cgil Susanna Camusso è vicina ai sindacalisti sul silos e chiede al governo di intervenire molto rapidamente. Anche il Governatore Ugo Cappellacci si schiera dalla parte degli operai:
L’azienda non venga meno a patti che richiama continuamente, ad ogni pie’ sospinto e dia risposte alle preoccupazione dei lavoratori. Un’intera Regione, un popolo come quello sardo è schierato dalla parte dei lavoratori, che in questo momento esprimono il proprio dissenso a decine di metri dal suolo. La Regione continua a vigilare e a fare tutto il possibile per promuovere la nascita di una trattativa con i soggetti interessati.