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Turchia, offensiva terrestre contro il Pkk in Iraq

Turchia, offensiva terrestre contro il Pkk in Iraq

Davvero gli indugi sembrano essere stati tolti in quattro e quattr’otto dal governo di Ankara, che nel vertice antiterrorismo di ieri aveva prospettato un attacco terrestre per sradicare le basi del Pkk, ma nessuno si sarebbe aspettato una così rapida e decisa reazione. 

Gli attentati ad opera del Pkk sono stati i più devastanti e sanguinosi fin dai tempi del 1993, ma mentre con Saddam al potere era impossibile intervenire senza dar fuoco ad una polveriera, adesso l’Iraq è molto vulnerabile e debole, perfino entro i propri confini. Il governo guidato dal premier Erdogan ha più volte invitato il vicino a fermare questi terroristi, minacciando più volte che sarebbe intervenuto anche in territorio iracheno se fosse stato necessario, cosa che è successa.

I turchi del resto, sebbene certamente non desiderassero un simile spargimento di sangue, aspettavano solo l’occasione per distruggere il partito dei lavoratori del Kurdistan, che a dispetto del nome sono un’organizzazione che con le armi ed attentati dinamitardi attacca il sud est del paese turco per presunte rivendicazioni di un territorio compreso fra 5 diverse nazioni; tuttavia la maggior parte dei Curdi vive proprio in Turchia ed è questo il motivo per cui le loro attenzioni sono rivolte contro le basi di Ankara in quello che considerano essere il proprio territorio nazionale.

L’operazione è cominciata nelle prime ore della mattina, con la mobilitazione di 22 reggimenti disposti per attaccare cinque punti in territorio iracheno dove sono stanziate le basi del Pkk. Ieri il presidente della repubblica Abdullah Gul aveva detto: “sarà enorme e molteplice la vendetta della Turchia nei confronti di chi le ha dichirato guerra, i terroristi del PKK verranno sconfitti. Vedranno, prima o poi, che nessuno può ottenere alcunché con la guerra contro lo Stato turco. La Turchia non rimarrà scossa dal terrore!” Le sue forze armate non hanno perso tempo a mettere in atto le sue parole ed i 15 milioni curdi che vivono in Turchia fremono, mentre la tensione sociale interna del paese aumenta.

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