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Strage Piazza della Loggia, assolti in appello 4 imputati

Strage Piazza della Loggia, assolti in appello 4 imputati

Non tutti, soprattutto i giovanissimi, ricorderanno la strage di Piazza della Loggia a Brescia, un attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 proprio in Piazza della Loggia, cuore della città lombarda. Una bomba collocata  in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, che nelle settimane precedenti per mezzo di alcuni violenti episodi aveva turbato la sicurezza della cittadinanza e della democrazia. La manifestazione fu indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell’on. del PCI Adelio Terraroli e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. 

L’esplosione della bomba provocò la morte di 8 persone ed il ferimento di altre 108. Tutte le indagini condotte dalla Magistratura nel corso degli anni hanno portato a delle condanne in primo grado, trasformate poi in assoluzioni nel corso del processo d’appello e confermate dalla Cassazione. Ora la Corte d’assise d’appello di Brescia ha assolto Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi (oggi cittadino giapponese con il nome di Hagen Roi e non estradaile), Maurizio Tramonte e il generale dei carabinieri Francesco Delfino nel quarto processo per la strage avvenuta nel’74. In primo grado, il 16 novembre 2010, i quattro erano stati assolti con formula dubitativa, dopo essere stati accusati di concorso in strage.

Nei confronti di Pino Rauti (fondatore nel 1956 del gruppo neofascista Ordine Nuovo), quinto imputato (anch’egli assolto) del processo di primo grado, non era stato presentato ricorso da parte della Procura, ma solo da due parti civili. Tra l’altro, uno dei due ricorsi è stato dichiarato inammissibili con conseguente accollo delle spese processuali a carico delle parti civili stesse. Il Presidente della Corte d’Assise d’appello Enzo Platè ha ringraziato tutti i giudici popolari per l’impegno e la scrupolosità mostrati nel corso del processo prima di leggere la sentenza di assoluzione per gli imputati.

 

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