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Scandalo Lega, Renzo Bossi: “Mi dimetto”

Scandalo Lega, Renzo Bossi: “Mi dimetto”

Dopo le dimissioni di Umberto Bossi, da segretario della Lega Nord, seguite allo scandalo che ha visto coinvolto il tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, accusato di aver distratto soldi pubblici da destinare alle spese della famiglia Bossi, pronte e, probabilmente, inevitabili arrivano anche le dimissioni del figlio del Senatur, Renzo Bossi. Il giovane abbandona così la carica di consigliere regionale della Lombardia. “Mi dimetto”, ha annunciato Bossi jr a Tgcom 24.

Un passo indietro che era stato chiesto, negli ultimi giorni, con sempre maggior forza da gran parte degli esponenti leghisti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le parole dell’autista di Renzo Bossi, Alessandro Marmello, in un’intervista rilasciata ad Oggi, che lo hanno fatto decisamente affondare: “Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare”, ha dichiarato l’uomo.

Come si legge nell’anticipazione messa a disposizione dal giornale, pare che Marmello fosse stato assunto prima con un contratto a progetto nel 2009 come autista e firmato da Roberto Cota, per poi essere assunto a tempo indeterminato nel 2011 con un contratto emesso direttamente dalla Lega Nord Padania.

Da quel momento avrei avuto disponibilità di denaro contante per le spese relative al mio servizio. Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell’auto, ma anche per pagare il ristorante quando ci
trovavamo, spesso, fuori Milano, potevo andare direttamente all’ufficio cassa alla sede della Lega, in via Bellerio, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro. Anche più volte al mese.

Queste le parole di Marmello che ha poi aggiunto:

Il fatto è che questo denaro mi veniva dato come corrispettivo degli scontrini e delle ricevute che presentavo. E tra queste ricevute molte mi erano state date da Renzo per coprire sue spese personali: poteva essere la farmacia, ristoranti, la benzina per la sua auto, spese varie, cose così. Insomma, quando avevo finito la scorta di denaro andavo in cassa, firmavo e ritiravo. La situazione stava diventando preoccupante e ho cominciato a chiedermi se davvero potevo usare il denaro della Lega per le spese personali di Renzo Bossi. L’ho fatto presente a Belsito, spiegandogli che avevo pensato addirittura di dimettermi. Lui non mi ha dato nessuna spiegazione chiara. Ho cominciato ad avere paura di poter essere coinvolto in conti e in faccende che non mi riguardavano, addirittura di sperpero di denaro pubblico, dal momento che i soldi che prelevavo erano quelli che ritengo fossero ufficialmente destinati al partito per fare politica. Soldi pubblici. Certamente, almeno credo, non spendibili per accontentare le spese personali di Renzo Bossi.

 

 

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