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“Ruby ter”, Berlusconi indagato: “Corruzione di testimoni”

“Ruby ter”, Berlusconi indagato: “Corruzione di testimoni”

Silvio Berlusconi e i suoi legali, Niccolò Ghedini e Piero Longo, sono indagati dalla procura di Milano assieme ad altre 43 persone, tra cui Ruby e diverse “olgettine“, nell’inchiesta “Ruby ter” per corruzione di atti giudiziari, in particolare dei testimoni. Lo ha comunicato questa mattina il procuratore capo di Milano Edmond0 Bruti Liberati, che ha parlato di “atto dovuto” e ha reso noto che l’inchiesta sarà seguita dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal pm Luca Gaglio, e non da Ilda Boccassini, che “ha altri impegni più pressanti in questo momentoBerlusconi, in particolare, è “gravemente” indiziato del reato di “corruzione in atti giudiziari” per aver pagato in cambio del silenzio delle ragazze chiamate a testimoniare sulle serate di Arcore, e soprattutto di Ruby, alla quale, si sostiene, avrebbe promesso “un ingente compenso se avesse taciuto o fatto la pazza”.

Intercettata al telefono, la ragazza aveva detto che stava aspettando “5 milioni” di euro dall’ex premier. Per i giudici, Berlusconi avrebbe inoltre commesso un inquinamento probatorio pagando, giusto fino a qualche settimana fa, circa 2500 euro al mese ad ognuna di queste ragazze. Il Cavaliere avrebbe corrotto anche un’altra giovane, la giornalista di Mediaset Silvia Treviani, che, oltre al compenso mensile, avrebbe ricevuto il “regolare stipendio” e vari extra, per una somma di circa 800 mila euro, più alcune automobili. Gli avvocati Ghedini e Longo sono invece accusati di corruzione in atti giudiziari “per aver partecipato in qualità di difensori” di Berlusconi alla convocazione ad Arcore delle “Olgettine” del 15 gennaio 2011 (all’indomani delle perquisizioni della Procura), in vista delle loro deposizioni al processo.

Nell’inchiesta sono coinvolti anche l’ex viceministro agli Affarì Esteri Bruno Archi, i parlamentari Valentino Valentini e Maria Rosaria Rossi, il giornalista Carlo Rossella e il funzionario della Questura, Giorgia Iafrate, che affidò Ruby a Nicole Minetti la notte in cui Berlusconi telefonò alla Questura. L’ex premier ha commentato la sua iscrizione nel registro degli indagati tornando ad attaccare i giudici: “Chiunque in Italia voglia vedersi riconosciuta da un magistrato una propria ragione deve aspettare anni e anni. Talvolta un decennio e più. E hanno il coraggio di chiamare tutto ciò giustizia! Nell’Italia di oggi potremmo tranquillamente dire: “La legge è ugualmente ingiusta per tutti i cittadini” ha affermato.

I suoi legali Ghedini e Longo, invece, hanno parlato della loro iscrizione nel registro degli indagati come di “un atto dovuto in relazione alle indicazioni prospettate nel processo cosiddetto Ruby bis”. Sulla questione è intervenuto anche l’ex ministro Raffaele Fitto, di Forza Italia, che ha dichiarato: “Proprio mentre Silvio Berlusconi si rende protagonista, nell’interesse del Paese, di un ambizioso tentativo riformatore elettorale e costituzionale, con un timing scientifico arriva una risposta giudiziaria che ha oggettivamente il carattere di una bomba su quel percorso”.

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