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Rissa in redazione, giornalista denuncia caporedattore

Rissa in redazione, giornalista denuncia caporedattore

In RAI, ci sono delle regole che stabiliscono che, in redazione, gli estranei non possono entrare; anche se, solitamente, i familiari sono ammessi. Il 2 maggio scorso, però, poco dopo le 23:00, è scoppiata una rissa nella redazione del TG1 fra la giornalista Cinzia Fiorato ed il suo caporedattore responsabile del coordinamento delle redazioni, Leonardo Sgura. Pare, infatti, che le eccezioni non valgano per quanto riguarda i fidanzati-avvocati in causa con l’azienda, motivo per cui il compagno della giornalista – Vincenzo Iacovino – è stato cacciato dallo studio.

Cinzia Fiorato ha, dunque, iniziato una lite verbale con urla e recriminazioni, terminata solo dopo l’arrivo dei carabinieri. Iacovino è, infatti, un civilista del foro di Campobasso che, per conto di Cinzia Fiorato, è in causa da qualche mese contro l’azienda per mobbing e demansionamento. La lite è avvenuta poco prima della penultima edizione del TG1, condotto da Maria Silvia Santilli; in studio, in quel momento, c’erano le due giornaliste ed un vice-caporedattore. Sgura si è accorto della presenza di Iacovino e gli ha domandato di allontanarsi: “Non hai alcun diritto di cacciare il mio fidanzato dalla redazione“, gli ha quindi detto la Fiorato che ha, successivamente, avvisato i carabinieri parlando di aggressione.

La giornalista non ha comunque presentato denuncia e ha confermato che non c’è stato nessuno scontro fisico: “No, in effetti non si può parlare di rissa“, ha dichiarato successivamente. Sgura, dal canto suo, ha denunciato la collega ed il suo fidanzato per calunnia, in quanto non c’è stato nessun tipo di aggressione e nessuno ha alzato le mani. Sgura ha anche presentato esposti all’ordine degli avvocati di Campobasso e dei giornalisti del Lazio.

I tre se la dovranno vedere in tribunale – dove saranno presenti, come testimoni, anche alcuni giornalisti, un impiegato e due guardie giurate – ma nessuno di loro vuole rilasciare dichiarazioni sulla vicenda che, comunque, non fa di certo bene all’azienda e al TG1.

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