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Ricerca Canada: “Hai il Q.I. basso? Sei di destra e razzista”

Ricerca Canada: “Hai il Q.I. basso? Sei di destra e razzista”

Interessante ricerca quella condotta dalla Brock University nell’Ontario, Canada, e pubblicata sulla rivista Psychological Science. Dagli studi è infatti emerso che chi da bambino presenta un quoziente intellettivo alquanto basso, crescendo, avrà maggiori possibilità di sviluppare tendenze razziste, conservatrici e pregiudizi. Il professor Gordon Hodson, autore e responsabile dello studio ha spiegato: “Quello che è emerso è un ciclo vizioso, in cui le persone con basso QI vivono intorno a ideologie conservatrici, che formano resistenze al cambiamento, e dunque pregiudizi”. Secondo il professore le persone “meno intelligenti” svilupperebbero tendenze maggiormente conservative a causa di strutture ed ordini più facili da capire rispetto alla complessità che li circonda. Ecco le parole esatte emerse dallo studio di Hodson:

Sfortunatamente queste caratteristiche contribuiscono a sviluppare pregiudizi. Nonostante le loro implicazioni importanti per i comportamenti e le relazioni interpersonali, le capacità cognitive sono state ampiamente ignorate come spiegazioni del pregiudizio. Abbiamo proposto e testato modelli di mediazione in cui bassa capacità cognitive predicono un maggiore pregiudizio, un effetto mediato attraverso l’approvazione di ideologie di destra (conservatorismo sociale, autoritarismo di destra) e bassi livelli di contatto con i membri esterni al gruppo. In un’analisi di due su larga scala, a livello nazionale rappresentante del Regno Unito, abbiamo scoperto che più è bassa l’intelligenza generale durante l’infanzia,più razzismo si produce in età adulta, e questo effetto è stato in gran parte mediato attraverso l’ideologia conservatrice. Un’analisi secondaria di un set di dati degli Stati Uniti ha confermato un effetto predittivo di scarsa capacità di ragionamento astratto-omofobico sul pregiudizio, un rapporto parzialmente mediato sia da autoritarismo e bassi livelli di contatto con l’intergruppo. Tutte le analisi hanno tenuto conto dell’istruzione e dello status socioeconomico. I nostri risultati suggeriscono che le abilità cognitive svolgono un ruolo fondamentale, anche se sottovalutato, il ruolo in pregiudizio. Di conseguenza, si consiglia una accresciuta attenzione sulla capacitàc ognitiva nel campo della ricerca sul pregiudizio e una migliore integrazione delle capacità cognitive nei modelli di pregiudizio.

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