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Quando lamentarsi di essere un politico va di moda

Quando lamentarsi di essere un politico va di moda

In questi giorni ha suscitato scalpore la vicenda del plico esplosivo recapitato alla sede di Equitalia a Roma, un pacco natalizio anticipato indubbiamente non molto apprezzato dal direttore generale Marco Cuccagna. Nel corso degli ultimi anni, diverse raccomandate dal sapore di una bomba sono state recapitate a casa dei cittadini dalla società di riscossione stessa, senza che però venisse mai scomodato il termine “terrorismo”. Sempre in tema di riscossione di crediti, di recente abbiamo purtroppo appreso la notizia di un imprenditore, nel padovano, toltosi la vita a causa dei debiti – dovuti ai finanziamenti da parte di banche – che stavano affossando la sua ditta. Giovanni Schiavon, questo il nome dell’uomo che ha lasciato prematuramente la moglie e i due figli con un biglietto di scuse, vantava crediti verso clienti per ben 200.000 euro, i cui tentativi di recuperarli erano però stati vani. Nessuno, in questa vicenda, ha tutelato i diritti di un uomo che non dormiva la notte per il pensiero di dover regalare, per natale, la cassa integrazione ai propri dipendenti. È stata tempestiva la pressione delle banche, fide alleate della precitata Equitalia, mentre è stata altrettanto puntuale l’indifferenza che trapela da questo caso, quando la tutela di una ditta avrebbe significato salvare una vita e non far andare delle famiglie per stracci. Ma l’istigazione al suicidio non è questa, secondo l’onorevole Alessandra Mussolini, che ha dichiarato al settimanale Anna che lo sarebbe, invece, togliere i vitalizi ai parlamentari. Parole sue: “È come se ci mandassero nudi per strada. Poi è ovvio che uno si ammala, prende l’influenza, si aggrava, arriva la polmonite e quindi…”

Tra le spiacevoli notizie trova spazio anche la morte del ventenne Francesco Pinna, la cui vita si è spenta a Trieste in seguito al crollo del palco su cui avrebbe dovuto svolgersi il concerto di Jovanotti. C’è chi parla di quanto guadagnava il ragazzo per quel mestiere – circa cinque euro l’ora, cifra non alta ma per niente rara – e chi, ben più ragionevolmente, tira in ballo la scarsa sicurezza sul lavoro, che in quest’occasione è costata la vita ad un ragazzo che studiava e lavorava. Chi non è morto ma fatica a campare, almeno secondo le sue parole, è un onorevole del Pdl che porta il nome di Maurizio Paniz. Già salito alla ribalta nello scorso settembre affermando di “perderci a fare il parlamentare”, non contento degli insulti attiratosi da gran parte dell’Italia, ha rincarato la dose ribadendo praticamente gli stessi concetti a distanza di qualche mese. Mentre l’Italia veniva a sapere delle suddette morti, lui affermava che “fra vitto e alloggio mica si campa bene, nella capitale, con 3.600 euro al mese”. Qualche utente su internet ha espresso il dubbio che l’onorevole si fosse dimenticato uno zero nella cifra che dice di percepire e, nonostante si trattasse di una facile ironia, il dubbio è più che fondato.

È una storia di ordinaria amministrazione quella che ha visto protagonista un cittadino romeno di 48 anni, in possesso di un lavoro e del regolare permesso di soggiorno. L’uomo, durante la spesa al supermercato, è stato scoperto dal servizio di sorveglianza mentre tentava di portare a casa di nascosto una confezione di costolette di vitello, oltre ad altri articoli regolarmente pagati. Successivamente ha ammesso, con vergogna, di aver tentato di rubarle perché la fatica ad arrivare a fine mese non gli permetteva di mangiare della carne da tempo, ma ciò non gli ha risparmiato l’accusa di furto aggravato di cui dovrà rispondere. Chi invece, questa volta senza vergogna, non nega di percepire una pensione che darebbe la possibilità di arrivare a fine millennio è Giuliano Amato. Noto per la sua ricca carriera politica passata, ha affermato di essere ormai un privato cittadino e di non aver alcun potere per ridurre la sua pensione di più di 30.000 euro al mese. Con un passato da Presidente del Consiglio, senatore, deputato, Ministro dell’Interno e Ministro del Tesoro bisogna comprenderlo: quali poteri gli avrebbero permesso di riscuotere, in futuro, una pensione adeguata agli standard dei comuni mortali?

Da politici che lamentano degli scarsi stipendi ad ex-politici che, “loro malgrado”, percepiscono una faraonica pensione che non riescono ad abbassarsi. Il trend dell’ultimo periodo, nell’ambiente politico, è lamentarsi senza conseguenze. L’altro lato della medaglia narra di chi finisce in prigione per banali furti, di chi perde la vita sul lavoro o di chi se la toglie per il rimorso. Ma in questi ultimi casi, a lamentarsi, non è rimasto nessuno.

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