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Provenzano in coma, il legale chiede la sospensione del 41 bis

Provenzano in coma, il legale chiede la sospensione del 41 bis

Il boss mafioso Bernardo Provenzano, detto in gioventù “Binu u tratturi” per la violenza con cui stroncava le vite dei nemici, si trova al momento all’ospedale di Parma, dove è stato ricoverato d’urgenza il 17 dicembre e versa ora in condizioni disperate.  I medici ritengono che difficilmente il capomafia riuscirà a risvegliarsi dal coma, causato da un’ematoma cerebrale in seguito ad una caduta.

Dopo l’operazione, i medici hanno più volte sospeso le terapie che tenevano Provenzano in coma farmacologico, ma il boss non ha mai ripreso conoscenza e ieri si è resa necessaria una tracheotomia perché il paziente non è più in grado di respirare autonomamente.

Il legale di Provenzano, Rosalba Di Gregorio, ha richiesto la sospensione del carcere duro previsto dal 41 bis per il suo assistito, in prigione dall’11 aprile 2006.

“E’ un costo inutile per lo Stato“, ha spiegato l’avvocato, sottolineando che al momento ben sette persone si occupano della sua vigilanza in ospedale.

Da due giorni il figlio maggiore del boss di Cosa Nostra, Angelo, è a Parma presso il capezzale del padre. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, su richiesta dei medici ha autorizzato una visita di pochi minuti per verificare se Provenzano, in presenza del figlio, fosse in grado rispondere agli stimoli, tuttavia non c’è stata alcuna reazione. Le possibilità che Provenzano esca dal coma sono meno del 10%, secondo la stima dei medici. L’incontro è stato ripreso dalle telecamere.

Le gravissime condizioni del capomafia hanno impedito la valutazione da parte dei periti incaricati dal gip di completare le visite richieste dalla difesa riguardo la capacità mentale del boss, già ritenuta compromessa da diversi mesi dai familiari e dal legale. Tale perizia, disposta nell’ambito dell’udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia in cui Provenzano è imputato, dovrà essere depositata il 4 gennaio e, vista la gravità della situazione, potrebbe comportare la separazione della sorte processuale del capomafia da quelle degli altri imputati.

 

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