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Primarie Pd, Renzi trionfa con il 68%: “Fine di una classe dirigente”

Primarie Pd, Renzi trionfa con il 68%: “Fine di una classe dirigente”

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi è stato eletto segretario del Pd, trionfando alle primarie di ieri con il 67,8% di voti e staccando di netto gli altri due candidati, Gianni Cuperlo, fermatosi al 18%, e Pippo Civati, che ha incassato il 14,2% dei voti. Alta anche l’affluenza: quasi tre milioni di votanti, secondo il segretario uscente Guglielmo Epifani, che ha parlato di un risultato “oltre ogni previsione”, simile a quello delle primarie del 2009. Da un primo esame dei dati, appare chiaro che Renzi ha vinto praticamente dovunque, a Nord come al Sud, comprese le regioni “rosse”, e sempre con un forte distacco. Il neosegretario, verso le 22.30, è salito sul palco del teatro Obihall di Firenze, dove c’era il pienone ad ascoltarlo, e, dopo aver ringraziato gli altri sfidanti, ha ammonito:Oggi non finisce la sinistra, finisce una classe dirigente. Che ha fatto la sua parte. Ma che ora si deve mettere da parte. Ora tocca a noi guidare la macchina”.

Per Renzi, la classe dirigente italiana “è la peggiore che abbiamo mai avuto. E a dirlo sono stati due milioni e mezzo di persone”. Il sindaco di Firenze ha poi attaccato Grillo e il suo “Vaffa-day” di domenica scorsa: “Quarantamila persone si sono raccolte per dire “vaffa”, oggi oltre due milioni di persone sono andate a votare per la proposta”. Renzi ha poi ribadito di voler lavorare ad una nuova legge elettorale che garantisca però il bipolarismo: Ai teorici dell’inciucio, a chi vuole tornare indietro, oggi due milioni e mezzo di persone hanno risposto “no grazie”. Il bipolarismo è salvo”. Fra gli altri punti toccati nel suo discorso, oltre alla legge elettorale, le riforme, con il superamento del bicameralismo perfetto, il taglio ai costi della politica, che dovrebbe portare a recuperare un miliardo di euro con la cancellazione del Senato e l’abolizione delle provincie, il lavoro.

Il neosegretario ha poi garantito: “Da oggi è sciolta, ammesso che sia mai esistita, la corrente dei renziani“. Renzi ha quindi sottolineato che “anche il sindacato deve cambiare con noi”, e ha voluto rimettere al centro la parola “merito”, spiegando: E’ di sinistra il merito, abbassare le tasse, dare garanzie a chi non le ha mai avute”. Nel suo discorso, ha ricordato Nelson Mandela, ma ha anche le vittime del capannone di Prato, la Terra dei Fuochi, la questione dell‘Ilva di Taranto e Lampedusa, con le tragedie dell’immigrazione. Con Renzi si è subito complimentato il premier Enrico Letta, che ha affermato: “Con il nuovo segretario Matteo Renzi lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al Paese ed al centrosinistra”.

Fra gli altri candidati, invece, ha parlato per primo Gianni Cuperlo, che ha fatto sapere di essersi complimentato con il neosegretario, e ha assicurato: Verso Renzi avrò un atteggiamento leale e sincero, lui saprà affrontare l’impegno difficile. L’unità del Pd è un valore profondo ma si basa sulla chiarezza reciproca, sulla trasparenza delle scelte e sulla forza del pensiero”. Pippo Civati, invece, ha voluto ribadire che “rimane la questione delle larghe intese”, e ha poi affermato: Con questo gruppo dirigente possiamo vincere le elezioni e soprattutto possiamo farle, le elezioni”.

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