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Pezzi di corpo umano trovati in un fiume: nuovo orrore in Canada

Pezzi di corpo umano trovati in un fiume: nuovo orrore in Canada

Una scena davvero raccapricciante che immediatamente riporta alla mente Luka Magnotta, il 29enne canadese, attore porno a tempo perso, più noto per essere stato arrestato con l’accusa di aver ucciso il suo amante gay, di averne smembrato il corpo, di averne mangiate alcune parti e di averne poi inviate alcune ad alcune scuole e sedi di partiti politici canadesi. Siamo nuovamente in Canada,  a Mississauga, nella regione dell’Ontario dove, nel fiume Credit, resti umani sparpagliati sono stati ritrovati sulle sponde e nelle acque. A voler essere precisi, sono stati rinvenuti una testa di donna, due mani ed un piede.

Sebbene ipotesi precise e ulteriori elementi a disposizione, la polizia ha deciso di trattare comunque il caso come una questione criminale. L’obiettivo principale, per ora, rimane legato all’identificazione della vittima. Sembra quasi certo che testa e arti appartengano alla medesima persona. Inizialmente, il ritrovamento dei pezzi umani era stato legato alla scomparsa di una giovane avvenuta nelle ore precedenti, ma la pista è stata subito smontata.

Nel frattempo continuano le perlustrazioni nelle zone vicine, sebbene gli agenti della Scientifica non escludono che le correnti del fiume abbiano trasportato i pezzi umani e che quindi si renda necessaria una perlustrazione in zone anche più a monte. Una delle ipotesi più accreditate nel corso delle ore è che ci possa essere in giro qualcuno che si sia ispirato alle nefandezze di Luka Magnotta, attualmente detenuto in una prigione canadese. Un emulatore, dunque. La polizia continua a condurre le indagini nel tentativo di ritrovare le parti mancanti del corpo e di risalire così all’identità della vittima.

Come riferito da Pete Brandwood, portavoce del dipartimento di polizia: “È un caso bizzarro  È qualcosa di cui non avevamo mai sentito parlare in Canada prima della comparsa di Luka Magnotta, e adesso improvvisamente, pochi mesi dopo, abbiamo un altro caso proprio qui”.

 

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