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Parlamentari italiani strapagati, Di Pietro va all’attacco

Parlamentari italiani strapagati, Di Pietro va all’attacco

La casta dei parlamentari italiani è la più pagata in Europa. Anzi no. Onorevoli e senatori non ci stanno. Ma veniamo ai dati. Dallo studio della Commissione Giovannini, incaricata di fare un confronto fra l’Italia e i gli Stati più ricchi dell’Ue, emerge che l’indennità lorda mensile di un nostro parlamentare è di 11.550 euro. In Francia è di 7.100, in Spagna di 3.200, nei Paesi Bassi di 2.300, in Belgio di 7.400, in Austria di 4.100. Ma la casta nostrana ha tantissimi altri privilegi e compensi. I viaggi (su aereo, treno e nave), ad esempio, sono a carico dello Stato. Agli 11.550 euro di base vanno sommati 3.500 euro di indennità di residenza (o diaria); 1.650 per il trasporto; 4.180 euro per le spese di rappresentanza. Potremmo parlare dei vitalizi, delle auto blu, dei prezzi dei ristoranti delle camere, ma non basterebbe l’intera giornata per fare l’elenco degli innumerovoli privilegi che hanno parlamentari, senatori e naturalmente ministri.

Loro, però, in larga maggioranza, sostengono di ricevere ciò che meritano e si ritengono tutt’altro che favoriti rispetto ai colleghi spagnoli, francesi e austriaci. Alcuni commenti al rapporto elaborato dalla Commissione sono sconcertanti. Alessandra Mussolini, ad esempio, propone ironicamente di affidare il lavoro della Commissione stessa agli autori del bestseller La Casta, Stella e Rizzo. Per Francesco Giro, anche lui del Pdl, sarebbe “caduto clamorosamente un bluff. I parlamentari italiani sono pagati meno rispetto ai loro colleghi francesi, tedeschi, inglesi”. Secondo Italo Bocchino, esponente di Fli, “il problema non è tanto il costo dello stipendio di ogni parlamentare, che va comunque ridotto, ma il numero di deputati e senatori che risultano essere troppi”.

Ben diverse, nei toni e nella sostanza, le parole usate dal leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che si scaglia contro i colleghi degli altri partiti, Pd compreso.

“Perché quando si tratta di far pagare i pensionati, i lavoratori e le classi più povere, il Parlamento trova subito l’accordo trasversale, mentre se si tratta di tagliare i propri privilegi, deve attendere gli esiti di una commissione? – si chiede l’ex magistrato di Mani Pulite. – Che senso ha stare in Unione Europea se un parlamentare spagnolo guadagna 3200 euro al mese e va in pensione come tutti gli altri cittadini, invece quello italiano è una sorta di alieno rispetto agli elettori? Noi dell’Idv ci abbiamo provato e ci riproveremo ancora, in Parlamento, a presentare una proposta per tagliare i costi della Casta, e – ha aggiunto Di Pietro – questa volta non riusciranno a farla franca”.

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