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Parigi, assalto al giornale Charlie Hebdo: 12 morti

Parigi, assalto al giornale Charlie Hebdo: 12 morti

Strage a Parigi nella sede del giornale satirico “Charlie Hebdo”. Verso le undici di mercoledì mattina tre uomini incappucciati e vestiti di nero hanno infatti fatto irruzione nella redazione del giornale e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov. Le vittime sarebbero dodici, e vi sarebbero anche otto feriti, di cui cinque gravi ma non più in pericolo di vita. Sarebbero rimasti uccisi anche due agenti, il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier detto Charb, e tre famosi vignettisti, Cabu, Tignous e Georges Wolinski. Le immagini girate dal giornalista Martin Boudot testimoniano che gli assalitori, al momento dell’irruzione, gridavano “Allah Akbar” (Allah è grande), mentre un testimone ha riferito di aver sentito urlare anche “Vendicheremo il Profeta“, in riferimento, probabilmente, alle proteste di parte del mondo islamico per le vignette pubblicate su Maometto.

La vignettista Coco, presente all’attacco, ha riferito inoltre che gli attentatori “parlavano perfettamente francese. Hanno rivendicato di essere di al Qaeda“. Il presidente francese Francois Hollande, giungendo sul luogo della strage, ha dichiarato: E’ stato un attentato terroristico, non c’è dubbio. La Francia è sotto shock. Diversi attentati sono stati sventati nelle ultime settimane“. Più tardi, in un messaggio solenne, Hollande ha aggiunto: “Questi uomini, queste donne sono morti per l’idea che avevano della Francia, e cioè per la libertà. Oggi sono i nostri eroi”. Dopo la strage, gli assalitori sono riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto, poi ritrovata per strada nel diciannovesimo arrondissement di Parigi, nell’estremità nord-est della città. I tre, che durante la fuga avrebbero investito un pedone, avrebbero poi proseguito con un’altra auto verso la città di Reims.

In serata, gli assalitori sono stati identificati : si tratterebbe di due fratelli franco-algerini, Said e Chérif Kouachi, di 32 e 34 anni, tornati in Francia quest’estate dalla Siria, e Hamyd Mourad, di 18 anni, che sarebbe un “senza fissa dimora” membro dell’organizzazione Sdf, che tra il 2003 e il 2005 avrebbe spinto una decina di giovani francesi ad andare a combattere in Iraq. Quest’ultimo, che sarebbe “il meno implicato” nella pianificazione ed esecuzione dell’attacco ed avrebbe fatto solo da autista, si sarebbe arreso nella notte. Chérif Kouachi, invece, era stato già arrestato nel 2008, nell’ambito di un’operazione contro una filiera jahidista irachena che aveva la sua base nel diciannovesimo arrondissement di Parigi, e condannato a tre anni di carcere, da scontare a metà. I due fratelli sarebbero stati riconosciuti grazie alla carta d’identità abbandonata nella Citroen C3 durante la fuga.

In serata è partita una serrata caccia all’uomo in tutta la Francia, e in particolare nella zona di Reims, nel nord del Paese, dove è scattato un blitz delle teste di cuoio, mentre un’altra operazione si sta svolgendo a Charleville-Mezières, non lontano dal confine con il Belgio. In tutta la Francia è scattata l’allerta a livello 3, ed è allerta anche a Roma, dove sono stati rafforzati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili e vi è una “particolare attenzione” verso le redazioni giornalistiche, mentre il ministro dell’interno Angelino Alfano ha convocato il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha mandato un messaggio ad Hollande in cui si parla di “gesto vile ed esecrabile”, mentre il premier Matteo Renzi, è andato all’ambasciata francese a Roma in segno di solidarietà, dicendo: “Oggi siamo tutti francesi”.

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