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Paolo Bosusco liberato: “Sto bene”

Paolo Bosusco liberato: “Sto bene”

Fonti della Farnesina confermano che Paolo Bosusco, uno dei due italiani rapiti in India (Claudio Colangelo fu rilasciato lo scorso 25 marzo) lo scorso 14 marzo. La notizia è stata poi confermata dall‘ambasciatore italiano in India Giacomo Sanfelice. “Sto bene, sono sopravvissuto” ha raccontato invece lo stesso Bosusco ai microfoni del Tg1 dopo il rilascio da parte dei guerrieri maoisti. “Saluto tutti quelli che mi vogliono bene, la mia famiglia, mio padre, mia sorella, cugine, zie parenti e tutti i miei amici sparsi in Italia e nel mondo. Non preoccupatevi, sapete che sono forte. Tutto è finito, va tutto bene, non c’è nessun problema” ha poi aggiunto il 54enne.

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, a Washington per una riunione ministeriale del G8, ha fatto sapere che la famiglia di Bosusco ha appena appreso della sua liberazione. “Si sta concludendo una vicenda rischiosa e molto complessa che in queste settimane ci ha visto impegnati a tutti i livelli e senza sosta, con l’obiettivo che in questi casi resta sempre quello di garantire anzitutto l’incolumità dei nostri connazionali. Sono profondamente grato all’Unità di Crisi, ai nostri diplomatici in India e a quanti hanno contribuito a questo importante risultato che ci riempie di soddisfazione, e che è stato ottenuto anche grazie alla collaborazione delle Autorità dello Stato dell’Orissa e di quelle di New Delhi. Ora il nostro lavoro continua con la stessa determinazione per assicurare la liberazione di coloro che sono ancora ostaggio di rapitori in altri Paesi. Ai loro familiari, e ai congiunti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, va il nostro pensiero. Condividiamo l’angoscia che stanno vivendo in queste ore. La Farnesina è al loro fianco e prosegue la sua azione per la soluzione positiva di tutti i casi ancora aperti” ha dichiarato Terzi.

Nel frattempo Bosusco è stato condotto a Bhubaneswar, capitale dello Stato indiano di Orissa, da un un mediatore locale, Dandappani Mohanty, il quale aveva raggiunto mercoledì sera l’accampamento maoista tra le montagne per consegnare ai ribelli un messaggio da parte del governo dello Stato dell’Orissa. Prima di ritornare indietro, lo stesso mediatore aveva annunciato che sarebbe tornato indietro con l’ostaggio italiano. E così è stato.

 

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