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Palermo, niente cresima in Cattedrale per il figlio del boss

Palermo, niente cresima in Cattedrale per il figlio del boss

L’arcivescovo di Palermo cardinale Pietro Romeo ha proibito che il figlio diciassettenne del capomafia di Brancaccio Giuseppe Graviano ricevesse la cresima nella Cattedrale del capoluogo siciliano. Il padre era stato condannato all’ergastolo insieme al fratello Filippo per aver fatto uccidere padre Pino Puglisi, ora diventato beato, le cui spoglie sono custodite proprio nella Cattedrale. Il giovane avrebbe dovuto ricevere oggi il sacramento in quella chiesa assieme ai suoi compagni del Centro educativo Ignaziano (Cei), un rinomato istituto privato gestito dai gesuiti, ma dalla Curia è arrivato lo stop: il ragazzo riceverà la cresima in forma privata e in un’altra chiesa.

Il cardinale Romeo ha spiegato: “Non è soltanto una scelta di prudenza. Certamente i figli non portano i pesi dei padri. Ma bisogna pensare che la cattedrale è il luogo dove padre Puglisi è presente, qui ci sono le sue spoglie. Inoltre non abbiamo mai avuto segno di dolore da parte di queste persone per padre Pino Puglisi, primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia“. Dall’istituto, invece, hanno fatto sapere: “Il ragazzo è un alunno come gli altri, ma visto che questo è il volere della Curia, spetta ora alla famiglia decidere quando e dove organizzare la cresima del ragazzo”. Sulla decisione hanno forse influito anche le polemiche suscitate a settembre dal matrimonio della nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro, celebrato nella Cappella Palatina gestita dalla Curia.

Non tutti però concordano con la scelta dell’arcivescovo. Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro, fondato a Brancaccio proprio da padre Puglisi, è critico: Questa non è la Chiesa dell’accoglienza che predica Papa Francesco, questo ragazzo è stato discriminato” ha affermato. La pensa diversamente don Francesco Michele Stabile, storico della chiesa e presidente della commissione arcivescovile che ha promosso la causa di beatificazione di don Puglisi, per il quale bisognava dare un “segnale” alla società, e che ha dichiarato: “La scelta della Curia non è un atto di discriminazione verso il ragazzo. Non gli si nega la cresima ma l’uso di un luogo che accoglie le spoglie di don Pino, e quindi è un simbolo della resistenza alla mafia“.

Padre Puglisi venne assassinato il 15 settembre 1993 da Gaspare Spatuzza e Salvatore Grigoli, su ordine di Giuseppe Graviano, il boss di Brancaccio, un personaggio chiave delle stragi mafiose del 1992-93, che venne poi arrestato nel gennaio 1994 assieme al fratello Filippo. Nel 1996, i due fratelli Graviano, già detenuti al 41 bis, riuscirono a far uscire dal carcere, senza nessuna autorizzazione, le provette per la donazione del seme. Le loro mogli, Rosalia e Francesca, partirono poi due bambini in una clinica di Nizza, a distanza di un mese l’una dall’altra.

Photo Credits | Andreas Zerndl / Shutterstock

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