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Ordine d’arresto per Dell’Utri, ma lui è latitante: “Mi sto curando”

Ordine d’arresto per Dell’Utri, ma lui è latitante: “Mi sto curando”

La terza sezione della Corte d’Appello di Palermo ha emesso martedì un ordine di custodia cautelare nei confronti dell’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa e in attesa della sentenza di Cassazione prevista per martedì prossimo, ma la polizia non ha potuto eseguire l’ordine perchè Dell’Utri risulta irreperibile. Nel pomeriggio, però, egli si è fatto vivo con una nota diffusa dal suo legale, Giuseppe Di Peri: “Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che, trovandomi in condizioni di salute precaria– per cui tra l’altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica- sto effettuando ulteriori esami e controlli”.

L’ex senatore ha inoltre confermato di trovarsi all’estero. Inizialmente sembrava che Dell’Utri si fosse recato in Libano per poi raggiungere di lì la Guinea Bissau o la Repubblica Dominicana, ma l’Ansa avrebbe poi smentito tale notizia. Già due anni fa, egli si era rifugiato in Repubblica Dominicana, per poi rientrare in Italia solo dopo che la Cassazione ebbe annullato la condanna con rinvio. La Procura Generale aveva chiesto inizialmente il divieto di espatrio per l’ex senatore, che avrebbe due passaporti diplomatici di paesi stranieri, ma la Corte d’Appello aveva rigettato questa richiesta, perchè per il concorso esterno in associazione mafiosa l’unica misura cautelare possibile è la custodia in carcere, così la Procura Generale ha prima impugnato il rigetto del divieto d’espatrio, che il tribunale del riesame ha confermato, e in seguito ha chiesto la custodia cautelare in carcere, sulla base di nuovi elementi, e i giudici hanno accolto questa seconda richiesta, perchè sussisterebbe il pericolo di fuga.

Alla Farnesina, invece, “non risulta che l’ex senatore sia in possesso di un passaporto diplomatico italiano” nè di un “passaporto di servizio valido”, ovvero quelli rilasciati ai parlamentari e ai funzionari non diplomatici. Gli inquirenti erano stati allertati da un’intercettazione eseguita lo scorso 8 novembre dalla Procura di Roma, nell’ambito di un’inchiesta per riciclaggio su un imprenditore calabrese, Gianni Micalusi, e subito trasmessa a Palermo, in cui Alberto Dell’Utri, fratello di Marcello, diceva di “accelerare i tempi” e parlava di un possibile riparo di questi all’estero, forse in Guinea, paese “che concede facilmente i passaporti diplomatici”. Lo stesso fratello di Dell’Utri, in un’altra conversazione, raccontava che “Marcello ha cenato a Roma con un politico importante del Libano che si candida come presidente”.

Secondo una nota della Dia di Palermo, Dell’Utri sarebbe irreperibile “sin dalla seconda metà dello scorso mese di marzo”, e, aggiunge la nota, “la Dia, grazie a particolari indagini tecniche, ha localizzato in data 3 aprile un’utenza mobile sicuramente riferibile a Dell’Utri proprio nei dintorni della città libanese di Beirut”. Vi sarebbe poi la testimonianza di un passeggero che avrebbe viaggiato accanto all’ex senatore su un volo Parigi-Beirut lo scorso 24 marzo. I parlamentari del Movimento 5 Stelle, intanto, chiedono le dimissioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano, e parlano di “una fuga preannunciata, tanto che il M5S aveva già denunciato il rischio quasi un anno fa, quando con forza aveva chiesto il ritiro del passaporto diplomatico ancora nella disponibilità dell’ex senatore”. Una richiesta analoga è stata avanzata dal deputato di Sel Claudio Fava. 

 

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