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Olimpiadi, Malagò: “No a piano B”. Renzi: “M5S ammette di non saper cambiare le cose”

Olimpiadi, Malagò: “No a piano B”. Renzi: “M5S ammette di non saper cambiare le cose”

E’ ancora polemica politica per la decisione della sindaca di Roma Virginia Raggi di rifiutare la candidatura della Capitale alle Olimpiadi del 2024. Giovedì è intervenuto sull’argomento il presidente del Coni Giovanni Malagò, che, rispondendo ad una domanda di Sky sull’eventualità di procedere in un altro modo per salvare la candidatura di Roma ai Giochi, ha spiegato: “Teoricamente ci sarebbero diversi piani B. Ma dal primo giorno ho sostenuto che questa non è la strada giusta, non è corretto, non è elegante e credo sia una cosa non da fare e non lo faremo. Ci adegueremmo ad una decisione che comunque riteniamo ingiusta e sbagliata”. Malagò ha inoltre incontrato la Raggi alla Sala delle Armi del Foro Italico, dove veniva presentato il logo di Euro 2020, e l’ha salutata facendole il baciamano, per poi spiegare: “Niente di strano, lo faccio sempre con le donne con le quali non ho confidenza: è una questione di educazione”. Fonti qualificate del Comune hanno intanto fatto sapere all’Ansa che, in caso “di una notifica di azioni legali contro il Campidoglio da parte del Coni”, gli uffici capitolini prepareranno una difesa intraprendendo a loro volta azioni legali.

In serata, ospite della trasmissione “Otto e mezzo” su La7, ha affrontato la questione anche il premier Matteo Renzi, affermando: “Credo che sia chiusa, dipenderà dal consiglio comunale ma se il sindaco ha scelto il no immagino che abbia la maggioranza con lei. Nessuno intende fare le Olimpiadi contro l’amministrazione comunale. In campagna elettorale se non sbaglio Virginia Raggi si era impegnata a fare un referendum ma la titolarità della decisione è sua, del sindaco e del consiglio comunale. Rispetto e in bocca al lupo. E’ come se i grillini ammettessero che loro non riescono a cambiare le cose“. Nel corso della trasmissione, Renzi ha affrontato anche i temi economici, a cominciare dalla mancata crescita del Pil, a proposito della quale ha ammesso: “Preferirei che andasse più forte, ma comunque “nel 2017 il Pil sarà meglio che nel 2016, che non significa che va bene“.

Il premier ha comunque annunciato che le tasse “continueranno a diminuire“, confermando in proposito il taglio dell’Irpef annunciato a suo tempo dal ministro Padoanper il 2018″Renzi ha inoltre parlato del referendum sulla riforma costituzionale, ammettendo che personalizzare la consultazione “è stato un errore, io partivo dal presupposto di dare un messaggio di serietà e responsabilità. La mia carriera politica è meno importante della riforma istituzionale“. Quanto al periodo in cui questo si terrà, il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Il 26 settembre in Consiglio dei ministri decideremo la data, si voterà entro l’anno”, e quello tra il 27 novembre e il 4 dicembre “è un arco di tempo possibile”. Per Renzi, “la riforma costituzionale porta 500 milioni di euro di risparmi. Noi stiamo togliendo il giochino dei rimborsi ai partiti, dal Pd ai Cinque Stelle. Chi vota si toglie questo meccanismo, chi vota no, vota la Casta.

Il premier si è detto comunque disponibile a cambiare la legge elettorale qualunque sia la decisione della Corte”. A Renzi ha replicato pungente il direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio, anch’egli ospite in studio, dicendo: “Se vince il sì si passa dal bicameralismo perfetto al bicameralismo cazzaro. Quanto ai rapporti con l’Europa, il premier ha spiegato che non si sta chiedendo a Bruxelles più flessibilità ma “di cambiare politica economica“. Al presidente del Consiglio è stato anche chiesto se ritenga che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si debba dimettere dopo le polemiche relative alla campagna sul “Fertility day”, ed egli ha risposto: “No, non scherziamo. Il punto vero è che tecnicamente parlando è inguardabile dal punto di vista della comunicazione. E’ sbagliato, lo ha detto anche lei”.

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