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Oggi moriva Gandhi, 485 bambini si travestono da Mahatma: le foto

Oggi moriva Gandhi, 485 bambini si travestono da Mahatma: le foto

Fu assassinato da un fanatico indù il 30 gennaio 1948 a Nuova Delhi. Parliamo di Mohandas Karamchand Gandhi, politico e filosofo indiano il cui insegnamento e ricordo è sempre indelebile, pur a 64 anni dalla sua morte. Il Mahatma (La Grande Anima), termine ideato per la prima volta dal poeta Rabindranath Tagore, con il quale Gandhi veniva chiamato, fu uno dei più profondi assertori della politica della non-violenza, nonchè leader indiscusso del suo paese. Difatti è stato considerato Padre della Nazione e il 2 ottobre, giorno del suo compleanno, è festa nazionale dichiarata anche Giornata internazionale della non violenza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Gandhi, con le sue azioni e il suo pensiero, ha ispirato molti movimenti di difesa dei diritti civili e grandi personalità quali Martin Luther KingNelson Mandela Aung San Suu Kyi. Fu ucciso da 3 colpi di pistola sparati da Nathuram Godse, ma per fortuna riuscì a vedere coronato uno dei suoi più grandi sogni: ovvero la conquista dell’indipendenza dell’India dalla Corona inglese.

Indiani e neri erano infatti costretti a vivere alla mercè dei padroni bianchi e per questo il Mahatma, puntando alla forza dell’unione tra gli uomini, diede vita a delle comunità dove persone appartenenti a razze e religioni diverse vivevano insieme e alla pari, senza discriminazione alcuna. All’età di 37 anni Gandhi prese il voto indù del brahmacharya, il celibato a vita, perchè secondo la tradizione indù solo vincendo i propri istinti sessuali si ritorna casti e puri come bambini. In India nuove leggi stabilivano che gli indiani dovessero essere registrati, prendendo loro le impronte digitali. Le donne indiane, invece, dovevano spogliarsi davanti alla polizia inglese, per poter registrare anche i segni particolari sul corpo.

A Johannseburg, nel 1906, davanti a tremila indiani il Mahatma si alzò in piedi e disse “Faremo un voto a Dio, andremo in prigione e ci resteremo, fino a quando questa legge non sarà revocata“. Il discorso di Gandhi avrebbe cambiato la storia, dal momento che provocò un atto di disobbedienza civile di massa senza alcun precedente. I contestatori, praticando la non-violeza, resistettero al dolore delle bastonate inflitte dalla Polizia.  Per descrivere questo concetto rivoluzionario, Gandhi coniò il termine Satyagraha, unendo due vocaboli sanscriti che stavano a significare verità e ricerca. Nel 1915 ben 300 milioni di indiani erano asserviti da soli 100 mila invasori inglesi e Gandhi incitò i suoi compatrioti ad opporre resistenza e asserendo che ci si comportava da vigliacco, meritava di essere calpestato.

I primi grandi successi di Gandhi si realizzano negli anni 1917-1918 e si riferiscono all’abolizione dell’immigrazione indiana a termine verso il Sud Africa, portando poi la Satyagraha nel Champaran e nel Kheda. Nel 1919 Gandhi entra nel partito del Congresso Nazionale Indiano, l’organizzazione dell’élite politica moderata indiana con la quale si batterà per ottenere l’indipendenza del suo Paese. Ce la farà come sappiamo, ma tempo dopo. Nel 1930 inizia una campagna contro la tassa del sale, dando luogo alla celebre “Marcia del sale”: Gandhi e i suoi sostenitori estraggono il sale in aperta violando il monopolio reale, seguiti dalle migliaia di indiani unitisi alla marcia. 60.000 persone vengono imprigionate dall’Impero Britannico, tra cui anche lo stesso Gandhi che sarà liberato poi nel 1931. Dopo il fallimento di una conferenza a Londra per discutere sulla reale possibilità di una Costituzione Indiana con tanto di trasferimento di poteri dalle autorità inglesi a quelle indiane, Gandhi si ritira dalla scena politica. Negli anni seguenti almeno 3 sono stati i tentativi perpetrati per assassinarlo. Purtroppo nel 1948 un tentativo non fallisce e Gandhi muore, lasciando al mondo il suo insegnamento di pace, di amore, di speranza e di non-violenza e riuscendo a realizzare anche il sogno di vedere un’India finalmente non più asservita alla tirannia inglese. A tal proposito, celebre è la sua frase che sembra proprio contenere un messaggio di libertà e speranza, globale o quotidiana che sia: “Quando dispero, io ricordo che nel corso di tutta la storia la via dell’amore e della verità ha sempre trionfato. Ci sono stati tiranni e macellai, e per un po’ possono sembrare invincibili, ma la conclusione è che cadono sempre. Riflettici. Sempre”.

Per celebrare il Grande Mahatma e l’anniversario della sua morte ben 485 bambini, per lo più figli di ragazze madri, hanno indossato tuniche, baffetti e occhialini dando vita alla rappresentazione della celebre “Marcia del sale” di Dandi.  La pittoresca parata si e’ tenuta ieri sulla strada Mayo nel centro di Calcutta, riportando alla luce i principi della giustizia e della non violenza impartiti dalla grande guida spirituale. I ragazzini di Calcutta, entreranno nel Guinnes dei Primati avendo superato il record stato stabilito nel giugno del 2010, quando un gruppo di 255 studenti si travesti’ da Mahatma a Coimbatore, così come precisato dal responsabile indiano dei Guinness dei Primati Nikhil Shukla.

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