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Niños robados: una suora ottantenne alla sbarra, in Spagna

Niños robados: una suora ottantenne alla sbarra, in Spagna

In Spagna il fenomeno è già noto e prende il nome di Niños robados, rifacendosi all’argomento principale della vicenda. Si parla, infatti, proprio di bambini rubati alle proprie madri, nei primi istanti di vita. Lo scopo era quello di venderli ad altre famiglie e sembra essere un fatto circoscritto a qualche decennio fa. Tra il 1963 e il 1970 si contano numerosi casi di bambini rubati a famiglie repubblicane o di sinistra, per essere venduti a famiglie adottive (gli anni sono quelli del franchismo politico).

E’ di questi giorni la notizia di un nuovo caso che sta alzando molte polemiche. Nella vicenda la protagonista è una suora spagnola, Suor Maria Gomez Albuena, accusata di aver sottratto Pilar Alcade alla madre Marisa Torres nel 1982. La suora oggi ha 87 anni ed è sottoposta a processo dopo la denuncia del padre adottivo della ragazza.

Due anni fa, forse in preda ai dubbi, il padre adottivo di Pilar ha chiesto pubblicamente aiuto per rintracciare la madre naturale della figlia. Ma quello che racconta l’uomo è diverso da ciò che pensano i giudici: l’uomo era stato informato dalla suora che la madre naturale era una povera ragazza madre, senza lavoro e fissa dimora. Nessuno sapeva che, in realtà, la piccola era stata letteralmente rubata dalla sua culla.

Anche la madre naturale racconta di essere stata raggirata dalla suora. Suor Maria Gomez, infatti, aveva promesso alla ragazza madre un posto in una scuola famiglia per la sua bambina, un posto dove sarebbe potuta andare a trovarla ogni volta che voleva. Ma al momento della nascita, minacciando la ragazza di adulterio (era una donna sposata e la figlia era nata da un rapporto fuori dal matrimonio), la suora aveva rapito la bambina, lasciando la madre naturale senza nessuna traccia da seguire. La suora, che ora sarà giudicata in tribunale, grida a gran voce la sua innocenza, ma l’opinione pubblica sembra non credere alle sue parole. Sdegno e ripudio anche tra i credenti, che attendono il giudizio del tribunale.

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