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Nave Concordia, Bertolaso: “sarebbe bastato un iPhone per evitare la tragedia”

Nave Concordia, Bertolaso: “sarebbe bastato un iPhone per evitare la tragedia”

L’Italia, si sa, è un paese dove il j’accuse va sempre di moda. Figuriamoci quando si parla di una tragedia incredibile come quella della Costa Concordia. Dopo i vari “io avrei fatto così” di esperti del settore, e purtroppo anche di non esperti, arriva anche il parere di Guido Bertolaso.

L’ex capo della Protezione Civile, in una lettera pubblicata stamani sul Corriere della Sera, ha voluto anch’egli dire la sua sulla dinamica e sul come si doveva agire per evitare la tragedia avvenuta al largo dell’Isola del Giglio.

Innanzitutto, Bertolaso ha voluto dire la sua riguardo la “facilità”, a suo parere, con la quale si sarebbe potuta evitare la tragedia: “Chi va per mare conosce bene un sistema che oggi usano pure le barche a vela: l’Ais, segnale anticollisione. È disponibile anche sull’iPhone, grazie al programma “marine traffic”, costa 2 euro e dà tutte le indicazioni sulle navi in movimento, con rotta e velocità. Perchè nessuno ha controllato cosa faceva una nave con 4.000 anime a bordo?”.

L’ex capo della Protezione Civile, pone dei dubbi anche sulla poca sorveglianza del tratto di mare e sulle successive operazioni di soccorso: “Abbiamo un sistema di controllo del cielo, molto meno frequentato del mare, che ci consente di seguire ogni aereo, anche il più piccolo, in ogni sua mossa. Con le navi, come siamo messi? Possibile che un tratto di mare così trafficato come quello toscano sia attraversato da mezzi navali che nessuno segue, che nessuno monitora, anche enormi come la nave affondata al Giglio? Se il comandante fosse stato ai comandi di un aereo da turismo sarebbe stato inseguito prima del disastro, non dopo, dalla voce di chi lo richiamava al rispetto delle norme sul volo”.

Nella sua lettera lancia anche un’accusa contro l’abitudine delle navi da crociera di passare vicino alla costa, il cosiddetto “inchino”: “Sembra che il passare vicino alla costa fosse abitudine, non un caso eccezionale, per questa e forse per altre navi di quelle caratteristiche e di quella stazza. Una notizia del genere rappresenta una denuncia ben più pesante delle accuse rivolte allo sprovveduto comandante della Costa”.

Infine, conclude la sua “filippica” con una carrellata di domande e accuse rivolte a chi ha indirizzato e coordinato i soccorsi: “Tanti hanno lavorato per ore e ore, tanti hanno affrontato situazioni difficili, tanti hanno dato prova di eroismo. Ma chi ha coordinato i soccorsi? Chi ha preso in mano la gestione dell’intera operazione, dall’accoglienza dei superstiti ai rapporti con le autorita’ degli altri Paesi, dalla lista dei passeggeri alla ricerca dei dispersi, fino alle misure per la messa in sicurezza dell’ambiente? Chi informa l’opinione pubblica? Nessuno”.

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