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Napolitano: “Sulle riforme non si evochi il rischio di autoritarismi”

Napolitano: “Sulle riforme non si evochi il rischio di autoritarismi”

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto questa mattina alla consueta cerimonia di consegna del Ventaglio da parte della stampa parlamentare, difendendo le riforme che il governo vuole intraprendere, sulle quali, ha chiesto, “non si agitino spettri di insidie e di macchinazione di autoritarismo“. Per Napolitano, infatti, “la discussione sulle riforme è stata libera, basta con i pregiudizi”, ed è necessario “superare l’estremizzazione dei contrasti” nella “espressione del dissenso” su di esse, un’estremizzazione che per il capo dello Stato è “ingiusta e rischiosa”. Il presidente della Repubblica ha perciò chiesto a tutte le forze politiche uno sforzo di mediazione per sciogliere i nodi ancora irrisolti, perchè senza “ampie convergenze” ancora una volta non si riuscirebbe ad effettuare la revisione della seconda parte della Costituzione.

Quello delle riforme, ha ricordato Napolitano, è un impegno di cui il governo Renzi si è fatto iniziatore su mandato dello stesso Parlamento” che si è espresso “a schiacciante maggioranza” nel maggio 2013. Per il capo dello Stato, infatti, è necessario superare il bicameralismo perfetto, che ha definito “un’anomalia tutta italiana”, che però “paradossalmente ha finito nelle polemiche recenti per essere quasi idoleggiato come un perno del sistema di garanzie costituzionali”. Tra le priorità, per Napolitano, vi è anche la crescita e la lotta alla disoccupazione,in particolare quella giovanile”, anche se la ripresa economica, in Italia ed in Europa, rimane “tuttora incerta” e legata a “riforme strutturali”. Le riforme istituzionali, però, “non sono meno importanti di quelle del mercato del lavoro e della spesa pubblica”, e anche sulla riforma della giustizia, secondo il presidente della Repubblica, “si delineano forse le condizioni per una condivisione finora mancata”.

Napolitano ha poi parlato delle voci che da tempo si rincorrono su sue possibili dimissioni, e ha invitato i giornalisti a non lanciarsi “in premature e poco fondate ipotesi e previsioni” in merito, spiegando che sarà lui a decidere quando lasciare l’incarico di capo dello Stato, per via dell’età, e che al momento è “concentrato sull’oggi” e ha inteso innanzitutto “garantire la continuità ai vertici dello Stato nella fase così impegnativa del semestre italiano di presidenza europea“. Il presidente, infine, si è soffermato sui recenti avvenimenti di cronaca, parlando dell'”orrore” suscitato da “notizie e immagini come quelle delle stragi di disperati, adulti, donne e bambini nei nostri mari“, o dalle immagini “di tanti incolpevoli e inermi uccisi nei bombardamenti su Gaza in una spirale di uso indiscriminato della forza di cui è innegabilmente parte il fittissimo lancio di missili su Israele“.

Intanto, proprio oggi è stata convocata la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama per definire i tempi dell’esame del testo della riforma del Senato, sul quale opposizioni e dissidenti hanno presentato quasi ottomila emendamenti, e si è anche ipotizzato il ricorso alla “ghigliottina” per contingentare i tempi della discussione. Lega e Movimento 5 Stelle hanno minacciato proteste eclatanti qualora si ricorra a tale strumento, e il leader del M5S Beppe Grillo ha scritto un durissimo post sul suo blog, nel quale ha parlato di “nuova dittatura”, sostenendo che “tra l’Italia di oggi e quella del 1924, anno del rapimento ed omicidio di Giacomo Matteotti, esistono molte e impressionanti analogie”.

 

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