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Morì montando il palco della Pausini, famiglia risarcita con 2000€

Morì montando il palco della Pausini, famiglia risarcita con 2000€

La famiglia di Matteo Armellini ha ricevuto la cifra di circa 2 mila euro come risarcimento per la morte del figlio di 31 anni. Il ragazzo romano è deceduto lo scorso 5 marzo, durante l’allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria.

Il risarcimento arriva dall’INAIL e la somma ha sconcertato e fatto nascere polemiche: “Vorrei una spiegazione“, ha dichiarato la madre di Matteo. La risposta è giunta dal direttore generale dell’INAIL: “Non sono un risarcimento, ma un anticipo dell’assegno funerario. La retribuzione molto bassa del ragazzo non consente di immaginare risarcimenti consistenti“, ha spiegato Giuseppe Lucibello.

 

Quei soldi sono stati dati come risarcimento per infortunio e malattia professionale: esigo spiegazioni, è un problema di rispetto e di dignità. Matteo non aveva ancora cominciato il suo turno e gli è crollato tutto addosso. Va rivisto il modo in viene gestito il lavoro di questi ragazzi. Vorrei una spiegazione, non tanto per i 1936.80 euro, ma perché mio figlio è morto sotto un palco e nell’oggetto del pagamento c’é scritto “risarcimento per infortunio e malattia professionale”. Matteo non aveva ancora cominciato a lavorare, gli è caduta in testa tutta la struttura. Non voglio, non ci sto che la morte di mio figlio venga liquidata così. Faccio affidamento alla giustizia, ma sappiamo che un processo così può andare avanti moltissimi anni. Io, da quel 5 marzo, non ho saputo più niente. Ai miei tempi, un sindacato non avrebbe mai permesso una cosa del genere. Vorrei che il nome di mio figlio venga ricordato e che finisca questo che io chiamo mercato del lavoro, chiedo ai sindacati e alle forze sociali di intervenire. Sono ragazzi che cercano di guadagnare dei soldi anche per aiutare le famiglie, ma devono essere tutelati“.

 

Queste le parole che la mamma del 31enne, Paola Armellini, ha dichiarato al TGCom24. Secondo Lucibello, però, “con le attuali leggi, l’INAIL risarcisce quello che può“, anche se ha dichiarato di aver avanzato più volte proposte per i più giovani e che occorrerebbe, effettivamente, tutelare meglio i morti sul lavoro deceduti in giovane età, perché spesso hanno retribuzioni molto basse.

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