Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Meredith, il pg: “Confermare la condanna”. Venerdì la sentenza

Meredith, il pg: “Confermare la condanna”. Venerdì la sentenza

E’ iniziato mercoledì in Cassazione il processo a carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese trovata morta in un appartamento di Perugia la notte del primo novembre 2007. I giudici della V sezione penale, presieduti da Gennaro Marasca, dovranno quindi decidere se confermare o meno la condanna a 25 e 28 anni di reclusione comminata ai due giovani dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, tribunale al quale la Suprema Corte ha già rinviato il processo due anni fa, in pratica riaprendolo. Il procuratore generale della Cassazione Mario Pinelli, al termine di una requisitoria di due ore, ha chiesto la conferma della condanna di Sollecito e della Knox, seppur con la riduzione della pena di tre mesi ciascuno per la prescrizione di un reato minore, e l’annullamento senza rinvio del ricorso presentato dai legali dei ragazzi, spiegando: “Tutte le figure di questa storia sono inserite in una ricostruzione perfetta, come in una foto di Cartier-Besson dove ogni particolare trova la sua corrispondenza“.

Per Pinelli, infatti, nella casa di Perugia la notte tra il primo e il 2 novembre 2007 c’è stata la simulazione di un furto e l’abitazione è stata messa a soqquadro per depistare le indagini”, ma, ha aggiunto, “non vi fu alcuna colluttazione, a meno che non si voglia definire colluttazione la difesa di una vittima su cui infieriscono tre persone“. Il procuratore si è detto inoltre d’accordo con la decisione di non interrogare nuovamente Rudy Guede, poiché l’uomo, già processato con rito abbreviato e che sta scontando sedici anni di reclusione, “ha ribadito in termini inequivocabili che non intendeva rispondere” su quei fatti.

Per i giudici, comunque, Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede vanno considerati “ugualmente responsabili” dell’omicidio di Meredith Kercher, dato che agirono insieme per lo stesso scopo, quello “di immobilizzare Meredith e usarle violenza“. Tutti gli imputati si sono sempre detti innocenti. Amanda e Raffaele hanno già scontato quattro anni di reclusione. La sentenza è attesa per venerdì, ma, anche qualora i due vengano condannati, potrebbe essere solo Sollecito a scontare la pena, dato che la Knox è rimasta a Seattle e per l’Italia sarebbe piuttosto difficile ottenere l’estradizione, anzi sarebbe praticamente impossibile se venisse confermato quanto sostenuto dal Guardian, ossia che la giovane sarebbe incinta e in procinto di sposarsi con il fidanzato Colin Sutherland.

Il giovane pugliese era presente in aula, dove ha assistito al dibattimento assieme ai suoi familiari, seduto alle spalle dei suoi avvocati, e parlando con i giornalisti ha annunciato che sarà in aula anche venerdì. Era presente anche Patrick Lumumba, il proprietario del locale dove lavorava Amanda Knox e da lei tirato in ballo per la morte di Meredith, ma poi risultato del tutto estraneo, il che è costato alla studentessa statunitense una condanna a tre anni per calunnia. I familiari della giovane uccisa attenderanno invece la sentenza in Inghilterra: i loro legali, che rappresentano la parte civile, chiedono che siano respinti i ricorsi degli imputati.

Lascia un commento