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Melissa Bassi, l’orrore su Facebook: profilo fake e contenuti porno

Melissa Bassi, l’orrore su Facebook: profilo fake e contenuti porno

A poco più di due mesi dall’attentato consumato dinanzi all’istituto Morvillo Falcone di Brindisi, che provocò la morte della sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre studentesse della stessa scuola, pian piano si cerca di ritornare alla normalità. Come è noto, per la terribile esplosione che sconvolse l’intero paese, fu arrestato l’imprenditore Giovanni Vantaggiato, 68enne, reo confesso. Mentre coloro che sono stati coinvolti dalla tragedia cercano lentamente di ricostruire le proprie vite, sembra difficile davvero capacitarsi di quello che sta accadendo sui social network.

Sono all’incirca una sessantina le pagine su Facebook dedicate alla memoria di Melissa Bassi, pagine di ricordo, preghiera, di richieste di giustizia. Eppure, tra queste, ce n’è anche una che per i suoi contenuti dovrebbe essere chiusa all’istante e che invece continua a rimanere sulle pagine del social network in blu, nonostante le numerose segnalazioni giunte agli amministratori.

A prima vista sembrerebbe una pagina come tante altre, con l’immagine della dolce Melissa che campeggia in primo piano. Guardando bene, si capisce che non è così. Scorrendo lungo la pagina si trovano contenuti pornografici, collegamenti a video e immagini definite divertenti, barzellette e vignette che vanno decisamente ad oltraggiare la memoria della sedicenne morta in circostanze così dolorose. La pagina dell’orrore, come potremmo definirla, è nata proprio a ridosso dell’attentato, il 19 maggio scorso. Il primo post pubblicato è un normale addio a Melissa, seguito da un’emoticon triste. Si prosegue così, fino all’arresto di Giovanni Vantaggiato. Dopo la profanazione più assoluta della memoria della giovane studentessa e del dolore che circonda la sua perdita.

L’auspicio è che la polizia postale possa fare al più presto luce sulla faccenda, magari individuando gli autori dell’oltraggiosa pagina e chiudendola, andando a verificare se tali contenuti possano essere opera di un virus informatico oppure se lo scempio sia davvero opera di una consapevole pubblicazione.

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