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Lupo ucciso nel riminese, denunciati due uomini

Lupo ucciso nel riminese, denunciati due uomini

Orrore a Coriano in provincia di Rimini dove era stato ritrovato un esemplare di lupo barbaramente trucidato e appeso a testa in giù in una pensilina di una fermata numero 913 dell’autobus. Al termine delle indagini i carabinieri di Rimini e i colleghi Forestali hanno denunciato due uomini, un 82enne padre del titolare di un agriturismo della zona, e un operaio di 43 anni accusati di soppressione, maltrattamento di animali e furto aggravato di una proprietà dello Stato.

 

La macabra uccisione di un esemplare di lupo, specie protetta, si era consumato il  4 novembre 2017 quando un gruppo di studenti intorno alle 7 del mattino aveva ritrovato il lupo appeso per le zampe posteriori alla pensilina di una fermata dell’autobus. 

Il lupo era stato prima stordito e avvelenato con un veleno per topi e poi era stato infilzato con un forcone che ne aveva fracassato il cranio. Un atto violento e macabro che aveva fatto immediatamente fatto pensare a un atto dimostrativo nei confronti dei lupi da parte di cacciatori o allevatori della zona.

Le indagini sono proseguite per mesi e alla fine, dopo l’autopsia sulla carcassa, intercettazioni telefoniche, comparazione del Dna e perquisizioni con tanto di raccolta di prove, i carabinieri hanno rintracciato un furgone bianco, che è stato ripreso mentre era in sosta per 40 secondi alle quattro di notte, proprio di fronte alla pensilina. I campioni di sangue e il materiale organico acquisito all’interno del mezzo, hanno fatto il resto dimostrando che si trattava dello stesso lupo trucidato e le intercettazioni telefoniche hanno inchiodato il padre del titolare dell’azienda agricola e un suo operaio. Non solo: i militari hanno anche accertato diversi altri reati come la macellazione clandestina di animali, il maltrattamento di animali, l’abbandono di rifiuti, la detenzione illecita di animali pericolosi.

Se le due persone denunciate dai carabinieri per l’uccisione di un lupo a Coriano (Rimini) dovessero essere rinviate a giudizio, l’Ente Nazionale Protezione Animali parteciperà al procedimento in qualità di parte civile. 

Ha dichiarato l’Enpa soddisfatta delle indagini che hanno portato a scoprire i due colpevoli del truce delitto del povero animale.

Oltre alla responsabilità penale delle persone coinvolte, che sarà accertata dalla magistratura c’è una responsabilità oggettiva da non sottovalutare: quella delle istituzioni. Un governo che tentenna sulla protezione del lupo, Regioni e Province che apertamente dichiarano guerra ai grandi carnivori, patrimonio inestimabile di tutta la collettività, finiscono con l’incoraggiare le ‘iniziative personali’ di chi vorrebbe risolvere con metodi violenti il problema del ‘lupo cattivo’”, conclude una nota annunciando che le associazioni si costituiranno parte civile nel processo.

Ha osservato invece la Michela Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente.

 

photo credits | think stock

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