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Libia, sequestrati tre pescherecci italiani: nessun ferito a bordo

Libia, sequestrati tre pescherecci italiani: nessun ferito a bordo

Tre pescherecci partiti da Mazara del Vallo sono stati sequestrati ieri in tarda serata mentre si trovavano al confine con le acque libiche, tra le 30 e le 50 miglia dalla costa di Bengasi, il porto in cui sono stati dirottati. In base alle informazioni che ci sono giunte, pare che non siano stati sparati colpi di armi da fuoco, ma i militari libici sarebbero saliti sulle imbarcazioni fermate. I pescherecci sono il “Boccia”, il “Maestrale” e l’“Antonino Serrato”; a bordo si trovavano 21 uomini di origine siciliana e tunisina. Si tratta del secondo sequestro di natanti siciliani in Libia dopo la caduta di Gheddafi: in novembre era stato catturato infatti il mazarese “Twenty two”, mentre si trovava in acque internazionali, a circa 35 miglia dalla costa, e rilasciato grazie all’intervento della Farnesina e dell’ambasciata italiana in Libia.


I diplomatici italiani presenti in Libia si stanno già interessando per risolvere la questione, come già accaduto in novembre. Il presidente del Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo, ha messo a parte della vicenda il viceministro libico Adnan Jibril, con il quale  è in rapporto per le attività di cooperazione tra il Distretto mazarese della pesca e i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Tumbiolo ha inoltre portato la questione all’attenzione del governatore libico Abu Ajar e dell’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi.
In mattinata Vito Margiotta, l’armatore del “Maestrale”, in contatto telefonico con il consolato libico, ha comunicato all’Adnkronos che i marinai stanno bene, “hanno trascorso la notte a bordo e non sono stati fatti scendere dalle imbarcazioni”.
Per una rapida soluzione della vicenda occorre ora sperare in un “atto di clemenza”, che consenta ai pescherecci sequestrati di tornare presto in patria, tuttavia il persistente problema della pesca al largo delle coste libiche andrà risolto quanto prima sul piano politico e diplomatico.

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