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Libia, fermi gli aiuti umanitari a Sirte

Libia, fermi gli aiuti umanitari a Sirte

La situazione in Libia è più o meno stazionaria, nonostante le rassicurazioni del Cnt, ed i ribelli non riescono ancora ad aver ragione dei lealisti asserragliati a Sirte. Oggi due mezzi della Croce rossa hanno tentato di entrare in città per distribuire aiuti umanitari, ma hanno dovuto fermarsi per il cominciare di una battaglia. 

Il Comitato nazionale transitorio libico aveva dichiarato nei giorni scorsi una tregua per far allontanare i civili dalla città di Sirte e scongiurare un’emergenza umanitaria; tuttavia quelli che sono riusciti ad allontanarsi prima della scadenza hanno spiegato di non essere stati informati di questa tregua e che i combattimenti sono invece continuati per tutto il tempo.

Colpa delle milizie di volontari secondo il comandante Ismail Al Sosi, che ha spiegato come le milizie non agiscano con molta coordinazione e spesso in maniera quasi indipendente le une dalle altre, generando così confusione e guai come quelli capitati con gli aiuti umanitari che i mezzi della Croce rossa avrebbero dovuto portare a Sirte in data odierna. “I ribelli hanno assicurato alla Croce Rossa Internazionale l’ingresso in città, ma appena sono entrati sono stati costretti ad andarsene perché le milizie hanno cominciato a sparare. Non siamo stati noi ad iniziare lo scontro a fuoco, sono state le milizie” queste le parole dello stesso comandante che ha risposto ai giornalisti sulle preoccupazioni per il mancato invio degli aiuti.

Nella città di Sirte rimangono dunque almeno 10000 dei 70000 abitanti originari ed a questo punto è ben poco probabile che riescano a muoversi dalla città mentre le due fazioni continua a sparare da tutte le vie di fuga. Per ora alcune voci vorrebbero i ribelli vincitori nella battaglia per la conquista di Bouhadi, un quartiere della città natale di Gheddafi, ma la notizia non è stata ancora confermata.

Alcuni agenti della Croce rossa hanno lanciato l’allarme umanitario dopo essere riusciti, con grande rischio, ad entrare ed uscire dalla città. Negli ospedali mancherebbero le bombole d’ossigeno ed altre cose indispensabili costringendo i medici ad operare in condizioni difficili, perdendo il paziente più per la povertà dei mezzi che per la mancanza di preparazione o la gravità dell’intervento. Le provviste alimentari sarebbero ormai esaurite e l’acqua potabile è ormai introvabile dappertutto, solo i militari ne avrebbero un po’ a disposizione e queste scorte non potrebbero essere distribuite alla popolazione perchè “necessarie” ai militari.

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